Le indagini sulla morte di Francesca Deidda, la donna di 42 anni scomparsa da San Sperate il 10 maggio e ritrovata senza vita in un borsone da calcio nelle campagne tra Sinnai e San Vito, nel sud della Sardegna, proseguono intensamente. I carabinieri del Ris di Cagliari hanno scoperto tracce di sangue e altri indizi rilevanti durante le analisi sulla Toyota Yaris utilizzata dalla donna.
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Il marito a un acquirente: “Sgrassala bene”
Il marito, Igor Sollai, attualmente detenuto nel carcere di Uta con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, continua a dichiararsi innocente. È emerso che Sollai aveva messo in vendita l’auto, consigliando all’acquirente di “sgrassarla bene”. I tecnici del Ris hanno avviato i rilievi alle 9 del mattino, con la presenza dell’avvocato Gianfranco Piscitelli, rappresentante del fratello di Francesca, Andrea Deidda.
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Le tracce di sangue sono state trovate principalmente sul sedile posteriore dell’auto, e il campione sarà analizzato per determinare a chi appartenga. Le indagini continueranno anche domani, quando gli specialisti del Ris esamineranno la casa della coppia a San Sperate, prestando particolare attenzione al divano, anch’esso messo in vendita da Sollai. Durante le analisi parteciperà anche Simona Ledda, una criminologa nominata dall’avvocato Piscitelli, in sostituzione di Roberta Bruzzone, che non può essere presente sull’isola.
Intanto, il Tribunale del Riesame ha deciso di mantenere Sollai in carcere, respingendo la richiesta dei suoi legali per una scarcerazione e per gli arresti domiciliari. Il pubblico ministero Marco Cocco, durante l’udienza di ieri, ha riepilogato tutte le accuse e gli indizi gravi raccolti contro Sollai.
