Un recente caso ha riportato la conduttrice Serena Bortone al centro delle discussioni, dopo che le polemiche sul caso Scurati hanno portato la Rai a sospenderla temporaneamente. La vicenda, descritta oggi da Il Fatto Quotidiano, risale alla puntata del 14 marzo 2023 del programma “Oggi è un altro giorno…” su Rai Uno, dove l’artista Michelangelo Pistoletto, figura di spicco dell’Arte povera, era ospite per discutere delle sue opere più recenti.
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Bortone: “Io questo poi me lo porto a casa”
Durante l’intervista, Bortone ha presentato a Pistoletto uno specchio, posato su un tavolino nello studio, in riferimento alla sua tecnica di usare questi oggetti nelle sue opere. A Pistoletto fu chiesto di spiegare il significato del “Terzo Paradiso”, una delle sue opere più celebri, che rappresenta una rielaborazione del simbolo dell’infinito. L’artista ha quindi tracciato la forma del “Terzo Paradiso” sul vetro, mentre Bortone scherzosamente ha affermato: “Tutto può diventare opera d’arte. Io questo poi me lo porto a casa: è mio lo specchio”. Pistoletto ha replicato con umorismo: “Il prezzo poi lo vediamo”.
Successivamente, qualcuno ha notato lo stesso specchio in una fotografia pubblicata su Repubblica, in un servizio dedicato alla casa della conduttrice. Questo ha sollevato interrogativi sulla possibile violazione del codice etico della Rai, che stabilisce che “nessun rappresentante aziendale o collaboratore può sfruttare la propria posizione per ottenere vantaggi economici o di altro tipo che non gli spettino”. Tuttavia, la Rai non ha avanzato alcuna rivendicazione in merito.
Bortone non ha commentato pubblicamente, ma i suoi collaboratori hanno spiegato la situazione: l’idea era stata concordata con Pistoletto. Lo specchio fornito dalla produzione non era adatto, quindi Bortone, consapevole del contenuto dell’intervista, ne aveva portato uno dalla casa della nonna ad Anzio. La scelta è ricaduta su quello, e tutto è avvenuto alla luce del sole, con Bortone che ha dichiarato pubblicamente che lo specchio sarebbe tornato a casa sua. Dal suo entourage si chiedono: “Si dovrebbe considerare un autografo su un libro come un bene anche?”.
