Due frati coinvolti in uno scandalo che ha scosso il piccolo comune di Afragola, in provincia di Napoli. Si tratta di padre Domenico Silvestro e padre Nicola Gildi, accusati di violenza sessuale. I religiosi avrebbero abusato di due uomini, con prove filmate sui cellulari delle vittime. Per eliminare queste prove, hanno anche organizzato una rapina, ordinando a due giovani di rubare i telefoni incriminanti.
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La finta rapina
La rapina, avvenuta il 26 aprile, aveva un obiettivo chiaro: impossessarsi dei cellulari delle vittime. Padre Domenico, parroco della Basilica di Sant’Antonio di Afragola, e padre Nicola, al tempo nello stesso convento, si sono rivelati i mandanti. Hanno incaricato Danilo Bottino e Biagio Cirillo, due giovani di Afragola, di eseguire il colpo. I due, armati di una mazza da baseball, hanno sfondato la porta dell’abitazione delle vittime, ma il tentativo è fallito grazie alla reazione delle persone aggredite.
Le indagini hanno rivelato un quadro inquietante. I frati usavano le app “Ciao Amigos” e “Tinder” per organizzare incontri sessuali, anche di gruppo. Le vittime, in una lettera inviata ai religiosi, avevano chiesto il pagamento per prestazioni lavorative nei monasteri, menzionando anche gli abusi subiti. Questo ha portato i frati a cercare di coprire le loro tracce con la rapina.
Le reazioni
Il frate Nicola Gildi, dopo la rapina, ha mandato un messaggio a Giuseppe Castaldo, imprenditore coinvolto nell’organizzazione del furto: “Ti ringrazio per il tuo impegno, prego per te e la tua famiglia”. Castaldo, devoto a Sant’Antonio, ha risposto apprezzando il frate, nonostante la gravità della situazione. L’arresto dei due frati e dei complici rappresenta un duro colpo per la comunità religiosa e per la fiducia dei fedeli. Le accuse sono pesanti e l’indagine è ancora in corso. Un evento che lascia sconcertati e che sottolinea la necessità di trasparenza e giustizia, anche all’interno delle istituzioni religiose.