Vai al contenuto

Maddalena Corvaglia parte in quarta: “Imane Khelif? Un pugile vittima del sistema”

Pubblicato: 06/08/2024 18:12

Alla fine è costretta a chiudere i commenti. Ma il video lo lascia lì, nel suo profilo, convinta delle parole che dice. L’ex velina Maddalena Corvaglia finisce nella bufera dopo il video su la pugile algerina Imane Khelif. La 44enne attacca la sportiva 25enne in un reel pubblicato sul social dal titolo: “Dove stiamo andando?”. Le affermazioni della pugliese scatenano un putiferio, piovono critiche per le sue affermazioni. In un tentativo di giustificarsi, ha peggiorato la situazione con ulteriori commenti fuori luogo.

Nel tentativo di spiegarsi nelle sue Instagram stories, la Corvaglia ha detto: “Sono felicissima di vedere che in tanti avete compreso le mie parole. Per gli altri vedo che c’è parecchia confusione e tanto tanto odio ingiustificato. Non caschiamoci di nuovo, in passato siamo stati divisi per regione, per professione, ci hanno messi l’uno contro l’altro. Non lasciatevi convincere questa volta che il genere e l’orientamento sessuale debbano dividerci e metterci gli uni contro gli altri. Non fidatevi degli avvoltoi”.
Leggi anche: Khelif-Carini, il Cio difende la pugile: “Bugiardi”. E l’Algeria: “Sorella e campionessa”

Ha continuato cercando di giustificare la sua posizione: “Noi facciamo parte di quella generazione che il rispetto non lo ostentava perché era ovvio che ci fosse verso chiunque. Quella generazione che non si è mai domandata se Freddie Mercury, Boy George, i Bee Gees, i Cugini di Campagna fossero etero o gay o trans, perché per noi erano dei musicisti”.

Il tentativo di difesa si è rivelato ancor più infelice quando l’ex velina ha ribadito: “Io penso che Khelif non è altro che la vittima di un sistema che lo ha usato per trasformare un evento sportivo sano, inclusivo, all’insegna del rispetto e della pace, in un circolo distopico di odio e cattivo gusto che sbatte in prima pagina la vita di un povero atleta che meritava solo di essere ricordato alle Olimpiadi di Parigi 2024 per le sue prestazioni atletiche, non certo per il suo genere, il cromosoma o il suo orientamento sessuale. C’è così tanto dolore nel percorso di una persona che decide di cambiare genere, di cambiare sesso, che sovraesporre la sua vita come è stato fatto con questo pugile è da sciacalli”.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2024 19:07