La mezzofondista statunitense Nikki Hiltz ha raggiunto la finale dei 1500 metri alle Olimpiadi. Hiltz, 29 anni, è originaria della California e ha fatto coming out nel 2021, dichiarandosi transgender e non binaria. Questa decisione è stata resa pubblica durante la ‘Giornata della Visibilità Transgender’. Nikki ha sempre usato la propria visibilità per promuovere l’accettazione e il cambiamento sociale.
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Durante i Trials USA, Hiltz ha sottolineato l’importanza di qualificarsi per i Giochi Olimpici nell’ultimo giorno del mese del Pride, dedicando questo successo alla comunità LGBTQ+. Nikki è molto impegnata nel sostenere i giovani LGBTQ+ a rischio di suicidio, devolvendo parte dei suoi guadagni al ‘Trevor Project’, un’organizzazione che si occupa di prevenzione del suicidio tra i giovani della comunità LGBTQ+.
“Corro per la comunità Lgbtq+, in pista mi spingono loro”, ha detto.
Il coming out
La strada verso l’accettazione e la comprensione non è stata facile per Nikki. Fare coming out non è stato semplice, nonostante la relazione con Emma Gee, un’altra atleta che sfida i pregiudizi e che è stata la prima omosessuale dichiarata a gareggiare per l’università mormone di Brigham Young. Nikki ha parlato apertamente della propria identità di genere e della necessità di visibilità per creare un cambiamento sociale.
Le accuse sul genere sessuale
Alle Olimpiadi, Nikki ha dovuto affrontare le polemiche sui social media, dove alcuni post la accusavano falsamente di essere nata uomo. Questi post erano infondati, e Hawi Management, che rappresenta Hiltz, ha chiarito che Nikki è stata assegnata al sesso femminile alla nascita. Nonostante queste difficoltà, Hiltz continua a competere ad alto livello, dimostrando che la passione e la determinazione possono superare i pregiudizi.
Nikki Hiltz non è solo un’atleta, ma anche un simbolo di coraggio e di lotta per i diritti e l’accettazione delle persone transgender e non binarie. La sua partecipazione alle Olimpiadi non è solo una questione di sport, ma anche un’opportunità per promuovere l’inclusione e la diversità.