Si chiama Ioannis Filippatos, è greco, di mestiere fa il medico ginecologo. Soprattutto, era a capo della commissione medica che nel 2023, dopo aver analizzato i risultati dei test condotti su Imane Khelif e Li Yu Ting, decise di escludere entrambe le atlete dai Campionati Mondiali di boxe che si svolgevano in India. Oggi Filippatos è Presidente dell’European Union Boxing Committee e in passato è stato Presidente del Comitato Tecnico dell’Iba. Ora il medico greco, che aveva negato di aver rilasciato dichiarazioni alla conferenza stampa del 5 Agosto scorso, ha deciso di raccontare i motivi che avevano portato alla squalifica di Khelif e Yu Ting e di fare chiarezza sui test a cui le atlete furono sottoposte. “Si trattava di test genetici realizzati sul sangue“, ha spiegato Filippatos, “e sono stati effettuati in due laboratori specializzati. Il Sistema Tip di Istanbul e il Lal PathLabs di Nuova Delhi, accreditato dal College of American Pathologist dell’Illinois e certificato dall’Iso, l’organizzazione svizzera per la standardizzazione”. Precisazioni importanti perché certificano sia il fatto che sono stati effettuati test genetici, sia che i laboratori erano competenti e riconosciuti a livello internazionale.
E a proposito dei risultati di quei test genetici, il medico greco si esprime così: “Non so perché il Cio non li voglia riconoscere, ma il risultato è chiaro: dall’analisi cromosomica è emerso il cariotipo maschile“. Poi Filippatos specifica che già in occasione dei test del 2022 “c’erano dubbi sul fenotipo di Imane Khelif, e c’erano state diverse proteste da parte di 22 Paesi, fra cui anche l’Italia”. Per questo l’Iba aveva deciso di ripetere i controlli nel 2023. “C’erano dubbi sul fatto che i caratteri sessuali secondari di Imane Khelif, a partire dalla struttura corporea, non fossero in linea con quelli delle altre atlete. Così, dopo svariate richieste, l’Iba aveva deciso di approfondire la questione“. L’Iba ha quindi disposto gli esami sul sangue di Khelif e Yu Ting. “I risultati non lasciano spazio a dubbi”, ha spiegato Filippatos. “Per i test genetici le due pugili sono maschi. Anche se andrebbero fatte altre analisi approfondite per verificare l’esistenza di disordini dello sviluppo sessuale. Sono esami invasivi, è vero, ma sono necessari per garantire la sicurezza degli atleti”.