CHICAGO – Barack Obama ha rispolverato il suo storico motto “Yes, we can” durante la convention democratica di Chicago, questa volta dedicandolo alla vicepresidente Kamala Harris. “Yes, she can”, ha proclamato l’ex presidente americano, scatenando l’entusiasmo della folla presente, che ha subito iniziato a ripetere in coro la frase iconica. Obama ha poi lanciato una dura critica a Donald Trump, accusandolo di lamentarsi costantemente, di inventare teorie cospirazioniste e di essere ossessionato dalla dimensione delle folle nei suoi comizi. “Non fate buuu, votate”, ha esortato Obama, invitando i presenti a non lasciarsi andare a espressioni di disapprovazione ma a usare il voto come strumento di cambiamento. “Siamo pronti per la presidente Kamala Harris”, ha concluso, sottolineando che è ora di guardare avanti.
Anche Michelle Obama ha espresso un forte sostegno a Harris, descrivendola come “la più qualificata e quella che ha più dignità” per ricoprire la carica di presidente. L’ex first lady, accolta da un’ovazione della platea, ha aggiunto: “Qualcosa di magico sta accadendo non solo in questo stadio, ma fuori da qui. La speranza sta tornando”.
Durante la convention, è stato formalmente annunciato che Kamala Harris e Tim Walz sono stati nominati ufficialmente candidati democratici alla presidenza e alla vicepresidenza, rispettivamente, attraverso una roll call celebrativa. Harris, già conquistata la nomination nelle scorse settimane, ha ringraziato il partito e i suoi sostenitori durante un comizio a Milwaukee, affermando: “Insieme andremo avanti”.
La campagna elettorale di Kamala Harris ha già raccolto quasi mezzo miliardo di dollari da quando il presidente Joe Biden ha ritirato la sua candidatura alla Casa Bianca lo scorso mese. Secondo fonti informate, i democratici si aspettano che la cifra possa salire fino a circa 600 milioni di dollari entro la fine di agosto.
Durante il comizio a Milwaukee, Harris ha criticato duramente Donald Trump per la sua mancanza di rimpianti riguardo all’abolizione della Roe v. Wade, la storica sentenza della Corte Suprema del 1973 che legalizzò l’aborto negli Stati Uniti. “Nessun rimpianto”, ha affermato Trump in risposta alle domande, ma Harris ha promesso che saranno le donne e le famiglie a far pagare il prezzo di quella decisione nelle elezioni di novembre.