Un neonato di soli due mesi è stato trovato senza vita nella sua culla, nella notte tra martedì 20 e mercoledì 21 agosto. La drammatica scoperta è avvenuta intorno alle 4 del mattino all’interno della casa famiglia in cui il piccolo era stato affidato a causa dei problemi di tossicodipendenza della madre. Nonostante l’intervento tempestivo del personale della struttura, seguito dall’arrivo degli operatori del 118, della Croce Verde e dei carabinieri, ogni tentativo di rianimazione è stato vano.
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Positivo alla cocaina dalla nascita
Il bambino era risultato positivo alla cocaina alla nascita, un segnale dei gravi problemi di dipendenza della madre. Per questo motivo, le autorità avevano deciso di affidarlo a una casa famiglia, dove i genitori potevano visitarlo sotto la supervisione del personale. Purtroppo, il piccolo non ce l’ha fatta, e la causa della morte potrebbe essere attribuita alla sindrome della morte in culla, una condizione tragica e ancora avvolta nel mistero, che provoca circa 250 decessi all’anno in Italia, colpendo soprattutto neonati tra i 2 e i 4 mesi.
Questa sindrome, priva di spiegazioni scientifiche definitive, rappresenta una delle principali preoccupazioni per i genitori di neonati. Tuttavia, la famiglia del piccolo, sconvolta dalla tragedia, non intende lasciare nulla al caso. È probabile, infatti, che venga richiesta un’autopsia per chiarire le circostanze della morte. L’avvocato dei genitori ha espresso il profondo dolore della famiglia, sottolineando come la nascita del bimbo fosse stata una fonte di speranza, ora tragicamente spezzata. “Questa nascita era davvero stata una speranza per loro. Una speranza oggi tragicamente spezzata. Adesso ci muoveremo di concerto con la Procura di Lucca: vogliamo vederci più chiaro, per capire se vi siano responsabilità che starà alla stessa Procura accertare”.
La comunità locale è rimasta profondamente scossa dalla notizia, che evidenzia ancora una volta le difficoltà e i rischi che possono emergere in situazioni di vulnerabilità come quella della famiglia coinvolta. Mentre si attende l’esito delle indagini e dell’eventuale autopsia, il caso solleva interrogativi sull’efficacia dei sistemi di protezione dei minori e sull’importanza di un supporto adeguato per le famiglie in difficoltà.