Non cessa il polverone sulla cultura woke che sta prendendo sempre più piede in occidente. Dopo le polemiche per i casi che hanno riguardato anche le olimpiadi (ricorderete la vicenda della pugile algerina Imane Khelif), ora dalla Spagna arriva una notizia a dir poco clamorosa. Lì, infatti, vige la “ley trans”, una legge approvata appena un anno fa e finita al centro del dibattito pubblico in più occasione. Sostanzialmente, con questa legge, si può cambiare sesso molto velocemente e molto facilmente, in base a quel che ognuno si sente di essere in un determinato momento della sua vita. Ebbene, a Siviglia un uomo ha cambiato sesso con una semplice autodichiarazione e in questo modo è riuscito a evitare il carcere nonostante la pesante accusa di violenza di genere nei confronti dell’ex compagna. Ma non è tutto.
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Come ricostruito dall’avvocato della donna Josè Antonio Sires ai microfoni dell’EFE, e ripreso dal Giornale, “la vittima aveva interrotto la relazione sentimentale con il compagno cinque anni fa a causa dei continui abusi fisici e psicologici ai quali era stata sottoposta per più di dieci anni“. Da qui sono nate numerose denunce al Tribunale specializzato in reati contro la violenza sulle donne. Nel 2019 è arrivata la condanna a 15 mesi di carcere per l’uomo, con l’accusa di violazione dell’ordine di allontanamento e minacce. L’11 settembre del 2023 il Tribunale penale di Siviglia ha ordinato l’esecuzione della condanna, peccato che grazie alla legge iper progressista voluta dalla Spagna, appena un mese prima l’aggressore si era recato all’anagrafe per cambiare sesso. “In questo modo, il condannato ha sia cancellato i precedenti penali, sia evitato il carcere“. L’incubo, per la vittima, dunque non è finito. E nemmeno per la civiltà europea.