Non si riesce ancora a capire se siano episodi singoli e scollegati o se dietro ci sia già un vero e proprio movimento. L’assalto alle pale eoliche, tramite sabotaggi, è partito. Ed è partito dalla Sardegna, dove in questi ultimi tempi è forte la protesta per l’installazione massiccia di impianti di energia eolica che, a detta dei residenti, vanno a deturpare l’ambiente e non solo. La polemica più feroce è scoppiata quando è stato pubblicato il piano delle installazioni ed è stato visto che alcune pale sarebbero state messe nei pressi del sito archeologico di Barumini, dove sorge uno dei villaggi nuragici simbolo dell’isola. Da qui il passaggio dalle protese a, a quanto pare, dei primi tentativi di sabotaggio, anche con dei seri rischi per i cittadini. Un dipendente di una società che cura la manutenzione delle pale eoliche, infatti, mentre stava svolgendo un normale controllo di routine sugli impianti si è accorto che qualcuno aveva svitato i bulloni che tenevano la base di una pala eolica nel Nuorese.
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Se fosse caduta a terra, considerando anche il forte vento di questi giorni, avrebbe potuto uccidere non solo il personale che si occupa della manutenzione ma anche chiunque fosse passato sui terreni agricoli limitrofi o sulla strada statale. Come scrive Today, “in Sardegna da mesi è in atto una violenta campagna di demonizzazione delle rinnovabili a seguito anche di uno scontro tra governo e regione sulla realizzazione di parchi eolici a terra e off-shore”. Questo però è il primo atto vandalico No-eolico verificatosi in Sardegna. L’azienda, la Emmeimpianti di Samassi, ha subito disposto controlli a tutte le altre pale eoliche. Intanto, anche le forze dell’ordine, stanno procedendo a dei controlli più serrati e si teme l’effetto emulazione, proprio come accaduto con il fenomeno Fleximan che distruggeva gli autovelox.