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Sharon Verzeni, chi è Moussa Sangare, l’uomo accusato di averla uccisa: “Partecipò a XFactor”

Pubblicato: 30/08/2024 13:24

Nel tranquillo paesino di Suisio, con meno di 4.000 residenti, si respira un’aria pesante. Qui viveva Moussa Sangare, l’uomo accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni. Un passato segnato dalla musica e un futuro che si è spezzato tragicamente. Nel cortile della casa di Moussa, i sigilli sulle porte e sulle persiane raccontano di un blitz recente dei carabinieri, mentre una bicicletta e uno stendibiancheria giacciono tra altre cose alla rinfusa, testimoni silenziosi di una vita ormai compromessa.
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Un sogno musicale e una carriera mancata

Moussa Sangare, oggi trentunenne, è nato in provincia di Milano da genitori del Mali. Cresciuto in un contesto modesto, aveva coltivato il sogno di sfondare nel mondo della musica, in particolare nel rap. Era apparso persino in un video del noto rapper Izi, nel 2016, con il nome di Moses Sangare. Nel video, dal titolo “Scusa”, Moussa indossava giacca, camicia e cravatta nera, cantando il ritornello con i suoi capelli a spazzola.

Il sogno musicale, però, non si è mai concretizzato. Moussa aveva tentato anche la fortuna ai provini di X Factor, arrivando fino ai Bootcamp, ma senza successo. Nonostante le difficoltà, continuava a fare musica in casa, come testimoniato da un vicino. Tuttavia, la sua passione per la musica non è bastata a tenerlo lontano da un destino più oscuro.

Una vita segnata da violenza e delusione

Negli anni, Moussa è cambiato. La perdita del padre in giovane età, la malattia della madre, ex cuoca all’asilo, e la delusione di non essere riuscito a emergere nel mondo della musica hanno lasciato segni profondi nella sua vita. La violenza ha iniziato a far parte del suo quotidiano, come dimostrato dalle denunce per maltrattamenti nei confronti della sorella e della madre. Tra il 2023 e il 2024, le due donne lo hanno denunciato per liti, ingiurie e spintoni, culminati in un episodio in cui Moussa ha minacciato la sorella con un coltello.

L’omicidio e la premeditazione

Il 2024 segna il punto di non ritorno per Moussa Sangare. Armato di quattro coltelli, ha confessato di aver colpito Sharon Verzeni dopo aver minacciato due ragazzini in strada. Il procuratore aggiunto reggente Maria Cristina Rota ha sottolineato la premeditazione del gesto, confermando che in casa di Moussa è stata sequestrata una sagoma umana cartonata, utilizzata per il lancio dei coltelli.

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Ultimo Aggiornamento: 31/08/2024 17:06