Dopo il successo agli Open USA, Jannik Sinner ha scelto la riservatezza, come suo solito, per festeggiare. La fidanzata Anna e il team, prima di volare a Milano e poi in Alto Adige, a casa sua, dai genitori e dalla zia malata alla quale ha dedicato il trionfo americano. Intervistato dal Corriere della Sera, il campione ha raccontato: “Credo che quando uno è una brava persona e cerca di aiutare, qualcosa di buono prima o poi arriva. Ci credo molto. Quando sono in auto a New York o Miami, in una grande città insomma, guardo fuori dal finestrino e mi chiedo: chissà cosa fa quella persona nella vita. Lo immagino, mi piace ragionare su certe cose. Sì, credo in un destino, sia positivo che negativo”.
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Parlando del caso doping, Sinner ha puntualizzato: “La vicenda è ancora nella mia mente, non ne è uscita. Ho cercato di rimanere concentrato sul torneo sentendomi supportato dalle persone che mi vogliono bene, e ormai il mio team mi conosce meglio dei miei genitori. Mi sono molto legato ai miei coach. Credo di aver fatto un buon lavoro ma non è che mi sono dimenticato di quello che è successo. Non è passato”.
Poi un pensiero alla zia: “La dedica mi è venuta al momento: non sono uno che si prepara i discorsi, sono piuttosto istintivo. La zia è una persona molto importante per me. Da piccolo i miei lavoravano tutto il giorno e io trascorrevo molto tempo con mia zia: mi accompagnava alle gare di sci, passavamo l’estate insieme. Sono cose che mi fanno vedere lo sport in modo diverso: il tennis non è la vita. Non solo. Vorrei spendere più tempo con le persone che amo però la vita non è sempre perfetta, purtroppo”.
“Non sono un tennista perfetto, e mai lo sarò – ha aggiunto il campione – Avevo delle mancanze fisiche: ho cercato di compensarle in palestra. Per me la cosa importante è giocare a tennis, riposare bene, lavorare per migliorarmi. Vorrei finire la carriera senza rimpianti, voglio potermi dire: hai fatto tutto il possibile, hai dato tutto. I risultati, in fondo, sono la conseguenza dell’impegno che metti in allenamento. Io mi impegno per alzare coppe importanti come quella dell’Open Usa. Ma è anche importante circondarsi di persone che ti accettano per quello che sei, e che ti vogliono bene”.