Una coppia di genitori originari della Germania, ma residenti a Bemgarten, in Svizzera, ha drogato la propria figlia somministrandole dell’ecstasy, per poi utilizzare un panno per soffocarla e ucciderla. La terribile vicenda vede ora i due genitori sotto processo davanti a un Tribunale elvetico, con l’accusa di omicidio volontario. Il Pubblico Ministero ha chiesto per entrambi una condanna a 18 anni di reclusione. Sotto accusa nel dibattimento c’è anche la nonna della bambina, che avrebbe incoraggiato i due ad assassinare la nipote.
UNA PATOLOGIA INVALIDANTE
Ma la questione è meno semplice di come può sembrare a prima vista. Perché sullo sfondo di questa tragedia c’è una situazione drammatica che si protraeva da tempo. La piccola, infatti, soffriva di una patologia cerebrale gravemente invalidante che le causava costanti sofferenze. Non era in grado di deglutire, camminare o parlare. E necessitava di cure intensive incessanti. “La sua vita è stata un inferno di dolore sin dalla nascita”, ha spiegato la madre.
Nel Maggio del 2020, quando si è presentata una crisi particolarmente grave, la coppia ha preso la sua decisione. I due genitori hanno sciolto dell’ecstasy nel biberon della figlia. Poi, quando la droga ha fatto effetto, l’hanno soffocata. “Dopo ci siamo abbracciati e siamo scoppiati a piangere”, hanno raccontato la madre e il padre della bambina in Tribunale. Il giorno successivo hanno chiamato i soccorsi.
“LO RIFAREI DI NUOVO”
“Non l’ho fatto per me stessa”, ha spiegato la madre ai giudici, “l’ho fatto solo per lei e lo rifarei di nuovo“. Mentre il padre ha dichiarato “non mi sento senza scrupoli, né un assassino. Mi dispiace solo di essere accusato di qualcosa del genere”. Nonostante la situazione ai limiti, per il Pubblico Ministero i due non hanno scusanti. Le indagini svolte dalla Procura hanno anche rilevato come la coppia avesse già cercato di uccidere la bimba in un’altra occasione, somministrandole anestetici. Venerdì la Corte si dovrà pronunciare e arriverà la sentenza.
QUESTIONI ETICHE
Le questioni etiche dietro a questa tristissima vicenda sono molte. Da una parte, non è ovviamente accettabile che qualcuno, per qualsiasi motivo, si arroghi il diritto di togliere la vita a un’altra persona, specie se si tratta della creatura che si è messa al mondo. E l’omicidio della bimba è un atto terribile che non può essere accettato. Nello stesso tempo, è difficile non provare compassione per il dolore della piccola, e anche per quello che i suoi genitori devono avere provato vedendola soffrire costantemente e senza possibilità di miglioramento.