In provincia di Brescia, tre persone sono state arrestate per aver convinto i genitori di un bambino di due anni, affetto da un tumore, ad abbandonare le cure mediche tradizionali in favore di una presunta terapia a distanza, basata su un macchinario “Scio” con sede negli Stati Uniti. Questa terapia, secondo i truffatori, avrebbe dovuto curare il bambino attraverso campi magnetici e fisica quantistica, ma i promotori non erano neppure medici. I tre arrestati, un uomo di 46 anni e due donne di 40 e 39 anni, sono accusati di tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo di una professione, truffa e lesioni personali.
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I genitori, inizialmente convinti da queste false promesse, avevano abbandonato il trattamento medico del figlio, seguito dagli Spedali Civili di Brescia e dall’ospedale di Padova, per affidarsi alla terapia alternativa. Vedendo il peggioramento della malattia e l’inefficacia della cura, avevano deciso di tornare alle terapie tradizionali e denunciato i falsi medici. Il caso era stato portato all’attenzione delle autorità anche tramite il programma “Striscia la Notizia”.
Le indagini condotte dai carabinieri di Breno hanno svelato come i truffatori avessero sfruttato l’angoscia e la sofferenza dei genitori, promettendo la disgregazione del tumore dopo pochi trattamenti, e minacciando persino il medico oncologo che seguiva il bambino. Le chat e i messaggi tra gli arrestati mostrano una pressione costante esercitata sui genitori, che erano stati segnalati al tribunale dei minori per la decisione di abbandonare le cure, ma la situazione è stata poi compresa e archiviata. Da circa un anno, la famiglia ha ripreso le cure tradizionali per il figlio.