Il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) di Roma è al centro di una polemica riguardante la gestione del suo presidente Sergio Castellitto, in carica dal 2023. Le critiche provengono da Marco Grimaldi, vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, che ha sollevato preoccupazioni in merito al licenziamento di 17 tecnici, tra cui alcuni che hanno contribuito a importanti progetti di restauro cinematografico. Vengono messi sotto accusa ingenti spese e consulenze, tra cui l’affitto di una villa a Venezia per il Festival del Cinema e numerosi incarichi a figure legate all’ambiente di Castellitto.
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Grimaldi punta il dito su spese definite “inopportune”, come il fitto della prestigiosa Villa Gallo per 24mila euro durante il festival, e l’aumento di consulenze per un totale di 517mila euro. Tra i beneficiari figura Margaret Mazzantini, moglie di Castellitto, che ha ricevuto un compenso di 4mila euro per una conferenza, così come lo scrittore David Grossman. Altre voci di spesa includono l’incarico ad Angelo Tumminelli, storico collaboratore di Castellitto, con un compenso di 105mila euro annui.
Particolare scalpore hanno destato anche i contratti legali, per un totale di 417mila euro: “Sono stati contrattualizzati tre avvocati per un importo “a consumo” complessivo di 417mila euro nonostante il CSC possa avvalersi del gratuito patrocinio dell’Avvocatura dello Stato”, aggiunge Grimaldi. Inoltre “sono stati attivati due contratti di collaborazione per competenze già presenti: un responsabile della comunicazione nella persona del Dottore Mario Sesti per 40mila euro e un direttore editoriale nella persona di Monsignor Dario Edoardo Viganò, in ragione di 25mila euro”.
La gestione finanziaria del CSC, dunque, è sotto la lente d’ingrandimento, con Grimaldi che ha promesso di portare la questione all’attenzione del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, attraverso una serie di interrogazioni parlamentari.