Si sta ancora indagando sull’esplosione simultanea di centinaia di cercapersone in quello che si ritiene sia stato un attacco organizzato e compiuto da Israele contro membri di Hezbollah. In seguito a questo attacco senza precedenti, secondo il ministero della Salute libanese quasi 3mila persone sono state ferite e almeno 11 sono state uccise. I cercapersone sono apparecchi elettronici capaci di ricevere brevi messaggi. Considerati gli antenati dei cellulari, erano molto diffusi negli anni Ottanta e Novanta. Con l’avvento dei telefonini prima e degli smartphone poi, questi apparecchi sono andati in pensione. Proprio per questo Hezbollah ha deciso di usarli per le comunicazioni fra i suoi membri perché li ritiene non rintracciabili da Israele. Il gruppo radicale aveva quindi fornito circa 5mila cercapersone ai suoi membri. Ma come hanno fatto esplodere simultaneamente? Come è stato organizzato l’attacco da Israele?
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Come sono esplosi i cercapersone
Stando a quanto riporta il New York Times, i cercapersone potrebbero essere esplosi perché contenevano una piccola carica esplosiva. Secondo fonti di intelligence statunitensi citate da diversi media internazionali, l’esplosivo sarebbe stato inserito nei cercapersone prima che questi fossero venduti in Libano. L’esplosivo sarebbe poi stato detonato grazie a un innesco attivabile a distanza, “anche questo inserito in fase di costruzione”. Secondo informazioni di intelligence all’interno dei cercapersone, vicino alla batteria, sarebbero stati inseriti 20-30 grammi di esplosivo (secondo altre fonti una quantità anche minore, pochi grammi). E proprio intorno alla batteria, invece, si basa un’altra teoria: i cercapersone potrebbero essere esplosi proprio per un surriscaldamento indotto delle stesse batterie al litio, quelle utilizzate per i cellulari, ad esempio, o per le auto elettriche. Come si è visto in questo ultimo periodo, infatti, accade che queste batterie esplodano o prendano fuoco. Ma come e perché esplodono questo tipo di batterie?
Come e perché esplodono le batterie al litio
Smartphone, auto elettriche, monopattini, bus. La cronaca ci ha raccontato di casi di esplosioni di batterie al litio. Ma come è possibile? Il litio è un alcalino piuttosto instabile perché si ossida velocemente con l’aria o con l’acqua. Per questo, solitamente, è isolato e ben sigillato all’interno delle celle presenti all’interno della batteria. Altrimenti avrebbe difficoltà a innescare i processi chimici con cui viene generata la corrente elettrica per alimentare gli apparecchi. Come spiega Il Salvagente, i rischi maggiori per un cellulare, o apparecchio elettronico, si corrono quando il litio si surriscalda. “Questa circostanza si verifica principalmente durante l’utilizzo del cellulare e la ricarica del dispositivo”. La “miccia” a volte si innesca quando oltre al riscaldamento degli apparecchi, si accumula anche il calore generato dalle altre componenti interne del telefono, come la CPU e la GPU. “Quando il calore è eccessivo le celle di contenimento della batteria possono deformarsi o gonfiarsi, fino a raggiungere il punto critico in cui il litio viene rilasciato con violenza causando un’esplosione molto pericolosa”.
Quali sono le altre cause
Per evitare incendi o esplosioni di cellulari e altri apparecchi elettronici a batterie al litio occorre:
Non lasciare il telefono sotto il sole in auto e sulla scocca.
Non lasciare il telefono vicino a fonti di calore.
Non sedersi o sdraiarsi con il telefono in tasca (non sottoporre il telefono a torsioni interne della batteria).
Non utilizzare cover troppo spesse.
Non lasciare il telefono sotto un cuscino o una coperta.
Non utilizzare batterie potenziate o non originali (i pezzi originali sono testati in fabbrica. Quelli non originali potrebbero non essere a norma e non sicuri).