Era una delle babysitter più gettonate di Vignale Traversetolo, Chiara Petrolini, la 22enne accusata di aver messo al mondo in segreto e lasciato morire almeno uno dei due neonati ritrovati nel giardino della sua villa bifamiliare. Considerata da tutti affidabile, allegra, una che con i bambini ci sapeva fare. E che invece dopo aver chiuso in un sacchetto il figlio appena venuto al mondo, lo ha seppellito per poi partire per New York, come niente fosse. Una ragazza dai due volti, il secondo, terribile, sconosciuto a tutti fino a pochi giorni fa. La ragazza è accusata di duplice omicidio, anche se sul corpo del secondo bambino sono ancora in corso gli esami. Lei si è difesa sostenendo che il bimbo fosse “nato morto, non ho ucciso nessuno”. La procua ha chiesto l’arresto e il giudice dovrà ora decidere in merito.
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Sonia Canrossi, la madre dell’ex fidanzato Emanuele, ha detto nel frattempo che Petrolini «non può aver agito da sola». Gli investigatori stanno cercando eventuali complici, ma finora senza risultati. Il padre lavora come ragioniere in una ditta di Parma che costruisce cassoni per camion che trasportano prodotti alimentari. La madre è impiegata in un’azienda del ramo acciaio inossidabile. L’avvocato Nicola Tria ha il mandato di silenzio assoluto. La Stampa racconta di tracce di sangue trovate in bagno con il Luminol. I carabinieri hanno portato via alcuni sacchi di terra dal giardino, alla ricerca di ulteriori prove.
La seconda sepoltura risale al 7 agosto. La sera di giovedì 8 agosto Chiara Petrolini era con i suoi amici a un aperitivo con degustazione in una cantina a 500 metri da casa. I carabinieri si sono presentati nella società agricola Oinoe per prendere i filmati delle telecamere. L’autopsia non ha rilevato segni di violenza sul corpo del ragazzino. Che era arrivato alla quarantesima settimana di gestazione. E il 7 agosto è rimasto vivo per poche ore. Lei ha insistito sul fatto che fosse nato morto. Per allontanare l’accusa più grave: quella di infanticidio volontario. I carabinieri hanno cercato nel giardino alcuni frammenti ossei che mancavano allo scheletro del secondo bambino. Lei intanto si è trasferita con i genitori in un’altra casa. A tradirla le ricerche sul telefonino: «Come si partorisce il secondo figlio?», era una di queste.
Il Corriere della Sera ha parlato in queste ore con Enrico Castellani, piccolo imprenditore veronese stabilitosi a Traversetolo. Ha tre figli. Chiara Petrolini è stata la baby sitter dei bambini. «Era bravissima. I miei figli l’adoravano. Li seguiva, li portava a scuola, con loro si è comportata benissimo», dice. Racconta di averle poi trovato un altro impiego estivo: animatrice in piscina. «Veniva a casa da noi tutte le mattine dalle 5,50 alle 8. Due mesi. Era perfetta», ricorda Castellani. La figlia maggiore, che ha 12 anni, ha saputo dell’accusa: «Si è rattristata, “papà ma è vero?”. Non ci crede neanche lei. Quello di nove anni sa qualcosa, ma a quell’età giocano, ascoltano, non ascoltano. Quella di sei no, quella di sei non sa niente, non le ho detto niente, non mi pareva il caso».
Gli investigatori la pensano diversamente. È stata serena con amici e conoscenti, algida con carabinieri e magistrati. Nei tre interrogatori a cui è stata sottoposta ha sempre negato tutto. Anche quando le hanno detto del secondo cadavere ritrovato non ha tradito alcuna emozione. «Quella ragazza è diabolica» hanno detto gli inquirenti a Repubblica. In paese c’è chi non crede che abbia fatto tutto da sola. «