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Allarme bronchite: il governo gela il Sud: “No al vaccino gratis”

Pubblicato: 20/09/2024 09:36

Niente farmaci gratuiti per la bronchiolite nelle Regioni del Sud e nel Lazio, generando preoccupazione tra i pediatri e i genitori. Questa malattia, che colpisce i neonati e può avere conseguenze gravissime, non sarà curabile con il farmaco monoclonale Nirsevimab in alcune regioni a causa di una recente decisione del Ministero della Salute. In una circolare inviata ai dirigenti sanitari, è stato specificato che le Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario, come Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, e Sicilia, non possono somministrare gratuitamente il farmaco poiché è classificato in fascia C dall’Aifa, e quindi non rientra tra le prestazioni garantite dai Livelli essenziali di assistenza (Lea).
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Questo ha scatenato il panico tra i pediatri, che si stavano preparando per la campagna vaccinale prevista per poco meno di 400mila bambini fino al primo anno di età. Le Regioni del Centro-Nord, escluse quelle in difficoltà economica, potranno comunque acquistare il farmaco con i loro bilanci. Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, ha richiamato il principio costituzionale dell’uguaglianza, sottolineando come questa decisione rappresenti un primo passo verso una devoluzione sanitaria, mentre il governatore della Sicilia, Renato Schifani, ha espresso la sua disapprovazione.

Al centro della polemica, c’è il rischio di una disparità nell’accesso alle cure tra le diverse Regioni, con Claudio Costantino, docente di Igiene all’Università di Palermo, che denuncia un possibile tentativo di autonomia differenziata mal gestito. Perfino lo stesso autore della circolare, il direttore del Dipartimento del farmaco Americo Cicchetti, ha ammesso la possibilità di “profili di iniquità territoriale” e ha promesso un intervento tempestivo per garantire un accesso equo alle terapie in tutta Italia. Tuttavia, la questione è ancora aperta: il passaggio del farmaco dalla fascia C alla fascia A, che lo renderebbe disponibile a tutti, richiederà tempo, ritardando la campagna vaccinale. Questo è particolarmente preoccupante dato che la bronchiolite colpisce soprattutto durante l’autunno, e i pediatri temono un aumento dei casi gravi che potrebbero riempire le terapie intensive neonatali.

I costi associati sono anche un problema: una fiala del farmaco costa circa 230 euro, mentre un giorno di ricovero in terapia intensiva arriva a 1.500 euro. Nonostante ciò, alcune Regioni, come la Sicilia, hanno già acquistato le dosi necessarie per la campagna, ma la circolare ministeriale ha temporaneamente bloccato l’utilizzo del farmaco. Michele Emiliano, presidente della Puglia, ha parlato di “ingiustizia incostituzionale”, lamentando il fatto che i bambini del Sud siano trattati in modo diverso rispetto a quelli del Nord.

Alla fine, sembra che una soluzione sia vicina. Schifani ha ricevuto assicurazioni dal ministro della Salute Orazio Schillaci che ci sarà una “marcia indietro” entro 24 ore. Tuttavia, Alessio D’Amato, consigliere regionale del Lazio, ha criticato la gestione confusa del Ministero, mentre i pediatri siciliani continuano a protestare: “È assurdo che un bambino nato a Palermo non possa avere il farmaco, mentre uno nato a Milano sì”.

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