Groupon dice addio all’Italia. Dopo anni di battaglie con il fisco, la multinazionale americana, famosa per la vendita online di buoni per viaggi, ristoranti e altre attività, ha deciso di chiudere i suoi uffici a Milano entro la fine dell’anno. La causa principale di questa scelta è una maxi sanzione fiscale: l’Agenzia delle Entrate ha infatti richiesto ben 141 milioni di euro per mancati versamenti, sanzioni e interessi.
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Lo scontro tra il fisco italiano e Groupon
La controversia fiscale risale all’esercizio del 2011, quando Groupon avrebbe omesso il pagamento delle imposte relative ai prezzi di trasferimento dei servizi scambiati con la controllante irlandese. In prima battuta, il tribunale tributario ha dato torto alla società e imposto una garanzia di 74 milioni di euro. Groupon, che ha rifiutato di chiudere la questione con una transazione come fatto da altri giganti del digitale, ha visto i propri conti correnti pignorati, situazione che potrà risolversi solo con l’approvazione di un piano di rateizzazione.
Nel frattempo, la società ha già smesso di vendere i suoi buoni in Italia da aprile scorso, e la decisione di chiudere le attività italiane è stata presa lo scorso luglio. Groupon Srl, con sede a Milano, registrava 12 milioni di fatturato e un milione di utile netto. Tuttavia, la multa richiesta rappresenta un peso troppo gravoso per la filiale italiana. La chiusura dell’ufficio coinvolgerà anche i 33 dipendenti che, secondo una nota depositata presso la Securities and Exchange Commission (SEC), dovranno lasciare le loro posizioni entro fine anno.
La battaglia legale di Groupon con le autorità italiane sembra destinata a continuare. La società si dichiara convinta di aver agito nel rispetto delle normative e prevede ulteriori ricorsi, non solo in Italia ma anche a livello europeo, avvalendosi delle procedure per la risoluzione di controversie tra stati membri dell’Unione Europea.