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Dina muore in un bombardamento israeliano mentre era con il figlio. L’impegno con i rifugiati…

Pubblicato: 25/09/2024 15:42

Dina Darwish, impiegata libanese dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), è stata tragicamente uccisa durante un bombardamento israeliano lunedì nella valle della Bekaa, nel Libano orientale. Specialista nella protezione dei bambini e nella lotta contro le violenze di genere, Dina si trovava nella sua casa quando un attacco “di precisione” ha colpito l’edificio. Il marito e il figlio maggiore sono stati estratti vivi dalle macerie, sebbene feriti, mentre Dina e il figlio minore, Jad, non sono sopravvissuti all’attacco.
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Dina aveva conseguito la laurea presso l’Università Notre Dame-Louaize, un istituto cattolico privato a nord di Beirut, dove aveva già iniziato a dedicarsi ai diritti civili e sociali. Dopo gli studi, ha continuato questo impegno entrando a far parte dello staff dell’UNHCR, prestando servizio per dodici anni nella parte orientale del Libano. Era apprezzata e ricordata come una persona gentile, impegnata a migliorare la vita dei bambini libanesi, come testimoniato dalle numerose immagini e video sui social che la ritraggono in attività con i piccoli.

Lo stesso giorno, un altro dipendente dell’UNHCR, Ali Basma, è stato ucciso in un bombardamento a Tiro, nel sud del Libano. Ali, impiegato da sette anni nell’agenzia come addetto alle pulizie tramite una società esterna, è stato commemorato durante i funerali che si sono tenuti il giorno seguente.

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