«Amore, sono la mamma, deve sei?». Questo è uno dei tanti messaggi che Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio, aveva lasciato sulla segreteria della figlia quando quest’ultima era scomparsa a soli 13 anni, la sera del 26 novebre 2010. Nei giorni seguenti, il telefono della famiglia Gambirasio era stato messo sotto controllo, ma non ne era uscito nulla, se non i pianti disperati dei genitori. Ma proprio quegli audio sono diventati ora oggetto di una feroce polemica.
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Quei pianti sono stati mandati infatti in onda nella docuserie di Netflix Il caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio. Ora i legali dei Gambirasio, Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo, hanno annunciato al settimanale Giallo, Cairo editore: «Siamo indignati. Faremo un esposto al garante della Privacy: c’è stata un’incursione nella vita di questi genitori senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere alcuna autorizzazione».
Le intercettazioni, infatti, non erano agli atti dell’inchiesta perché, secondo i legali della famiglia, inutili ai fini della ricostruzione giudiziaria della vicenda, tant’è che non sono mai confluite nei processi. Ma nel corso della serie sono state comunque trasmesse.