
Svolta nel caso della morte di Liliana Resinovich. La donna non sarebbe deceduta a ridosso della data del ritrovamento del suo corpo, avvenuto il 5 gennaio 2022, ma il giorno stesso della sua scomparsa, il 14 dicembre 2021. A confermarlo, come riporta Il Piccolo di Trieste, sarebbe la nuova perizia medico-legale, i cui risultati saranno depositati agli atti entro la fine del 2024.
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Cosa hanno scoperto gli investigatori
La perizia, effettuata dai medici Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, designati dalla procura, è stata eseguita all’Istituto di Medicina Legale di Milano. Per giungere alla conclusione sulla data della morte di Liliana Resinovich è stato stabilito, attraverso dati forniti da sonde, che il boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano, dove il corpo della donna è stato rinvenuto nei sacchi neri, possiede un microclima di 5 gradi inferiore rispetto al centro della città di Trieste.

Insomma, il cadavere di Liliana Resinovich si sarebbe trovato a una temperatura di 4 gradi, la stessa che viene utilizzata per la conservazione nelle celle mortuarie. Quindi il processo di trasformazione del corpo sarebbe stato molto rallentato rispetto a quanto ipotizzato inizialmente. Ipotesi che, se confermata, metterebbe la parola fine ai dubbi su dove sarebbe stata Liliana Resinovich per tre settimane dalla scomparsa al ritrovamento.
Ora però in molti si chiedono perché il suo corpo non sia stato attaccato dagli animali selvatici. Neppure gli insetti, che solitamente vengono attratti post-mortem, erano presenti, tranne alcune formiche. Torna a galla anche l’ipotesi che la donna possa essere stata aggredita, riportando lesioni al volto. La causa del decesso è stata tuttavia confermata: asfissia. Finora, comunque nessuno è mai stato iscritto nel registro degli indagati.