A due anni dalla vittoria elettorale del centrodestra guidato da Giorgia Meloni, il panorama politico italiano appare sorprendentemente stabile rispetto alle dinamiche che si erano delineate nel 2022. Con la XIX legislatura ormai a metà del suo percorso, emergono alcune tendenze interessanti che riflettono la capacità di adattamento e consolidamento di alcune forze politiche, mentre altre si trovano in difficoltà.
Fratelli d’Italia, che due anni fa conquistava il primo posto alle elezioni, continua a mantenere saldamente la leadership, registrando persino un aumento di consensi del 3,2% rispetto ai risultati delle urne. Questa crescita, avvenuta principalmente nel primo anno di legislatura, conferma la solidità del partito di Meloni e la capacità del governo di attrarre sostegno, nonostante le sfide poste dall’attività di governo. Fratelli d’Italia si è affermato come il principale punto di riferimento per l’elettorato di centrodestra, contribuendo anche alla crescita complessiva della coalizione.
Il Partito Democratico (PD), guidato da Elly Schlein, è un altro dei vincitori di questo primo biennio legislativo. Se il primo anno di legislatura ha visto una certa stagnazione nei consensi del PD, l’ultimo anno ha portato una crescita significativa di oltre 4 punti percentuali. Questo incremento si è verificato in concomitanza con le elezioni europee, segno che il partito ha saputo capitalizzare il momento politico, anche grazie a una maggiore chiarezza nella propria identità e messaggio. Tuttavia, la crescita del PD sembra essere avvenuta a discapito del Movimento 5 Stelle (M5S), che nello stesso periodo ha subito un calo repentino e speculare, legato anch’esso al contesto elettorale europeo.
Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) è un altro partito che ha tratto vantaggio dalla situazione attuale, raddoppiando i propri consensi rispetto al 2022. La loro crescita è stata sostenuta da una campagna per le europee particolarmente efficace, che ha attirato consensi soprattutto tra coloro che si distanziano dal PD e dal M5S. Questo fa di AVS uno dei partiti in crescita nel contesto della sinistra italiana.
Meno positivo è il bilancio per ciò che resta del Terzo Polo, nato dall’alleanza tra Azione e Italia Viva nel 2022, quando aveva ottenuto il 7,8% dei voti. Dopo la separazione dei due partiti, il loro consenso complessivo è sceso a poco più del 5%, dimostrando che la divisione ha indebolito entrambe le forze. Una parte di questi voti sembra essersi riversata verso il PD o addirittura verso il centrodestra, evidenziando la difficoltà di mantenere un’identità politica forte al di fuori delle due coalizioni principali.
Nel complesso, il centrodestra continua a essere la coalizione dominante, con una crescita di circa 4 punti rispetto alle elezioni del 2022. Fratelli d’Italia guida questa avanzata, ma anche Forza Italia ha mostrato una sorprendente capacità di ripresa dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, mantenendo una posizione rilevante all’interno della coalizione. L’unico punto debole appare essere la Lega, che resta stabile ma senza registrare significativi segni di ripresa.
Un dato interessante riguarda l’emarginazione delle forze centrali e minori. Oltre al già menzionato Terzo Polo, formazioni come Più Europa e Noi Moderati hanno fatto fatica a ritagliarsi uno spazio significativo nell’elettorato, tanto da non essere più rilevati nei sondaggi da diversi istituti. Allo stesso modo, i partiti periferici, come Italexit, che aveva raggiunto quasi il 2% alle elezioni politiche, stanno progressivamente perdendo visibilità, così come formazioni più recenti come Pace Terra Dignità, che, dopo un buon risultato alle europee (2,2%), sembra già avviata a una riduzione del proprio consenso.
In sintesi, questi primi due anni della legislatura hanno confermato e rafforzato la polarizzazione tra le due principali forze politiche: Fratelli d’Italia da una parte e il Partito Democratico dall’altra. La stabilità di questo equilibrio sembra aver penalizzato le forze centrali e minori, che faticano a trovare spazio in un sistema politico sempre più dominato dalla dicotomia centrodestra/centrosinistra.