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Chiara Petrolini, quella risposta atroce alla madre. Ecco perché potrebbe rifarlo…

Pubblicato: 29/09/2024 12:32

Chiara Petrolini, una ragazza di 22 anni, è al centro di un caso che ha sconvolto Traversetolo, vicino Parma. Dopo aver dato alla luce due neonati, li ha uccisi e sepolti nel giardino di casa. Le motivazioni che hanno spinto il giudice per le indagini preliminari, Luca Agostini, a disporre gli arresti domiciliari rivelano un quadro inquietante della personalità della giovane. Secondo il giudice, Chiara avrebbe dimostrato “disprezzo per la vita umana” e potrebbe commettere nuovamente atti simili se lasciata in libertà.
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Chiara Petrolini: la risposta inquietante alla madre

Le indagini tracciano un ritratto di indifferenza e insensibilità. Dopo aver seppellito il secondo neonato, la ragazza ha continuato con la sua vita quotidiana come se nulla fosse accaduto: è andata dall’estetista e ha trascorso la serata in discoteca, dichiarando di sentirsi “serena”. Un atteggiamento che ha ulteriormente aggravato la sua posizione. Quando sua madre, scioccata, le ha chiesto: «Ma come hai fatto?», Chiara ha risposto freddamente: «Come hai fatto te a partorirmi». Questo distacco emotivo è stato evidenziato dal gip, che ha descritto la giovane come priva di un vero senso di pentimento. Nonostante abbia tentato di minimizzare le proprie azioni mentendo durante gli interrogatori, il magistrato ha sottolineato come Chiara avesse studiato attentamente il modo per evitare la maternità, dimostrando una pericolosa capacità di ripetere il reato.

Le bugie raccontate da Chiara, come quando, durante una vacanza a New York, alla notizia del ritrovamento dei corpi dei neonati ha dichiarato incredula: «Ma chi può aver fatto una cosa del genere?», non hanno convinto gli investigatori. Secondo il gip, questo atteggiamento di freddezza e di totale disprezzo per la vita umana alimenta il timore che la giovane possa commettere nuovamente crimini simili in futuro.

La procura sta ora valutando la possibilità di presentare ricorso per chiedere la detenzione in carcere, ritenendo che gli arresti domiciliari non siano sufficienti per prevenire ulteriori atti di violenza. Sebbene il giudice abbia optato per questa misura sperando che la convivenza con la famiglia e l’esperienza detentiva possano rappresentare un deterrente, le sue stesse parole lasciano poche speranze: «Il pentimento mostrato non appare sincero e irrimediabilmente contaminato dalle bugie raccontate».

La vicenda di Chiara Petrolini solleva preoccupanti interrogativi su come una giovane madre possa arrivare a compiere atti così atroci senza mostrare rimorso, facendo temere per il futuro.

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