In attesa dei risultati definitivi dell’autopsia sul corpo di Maria Campai, emergono anche dettagli dalle attività online del diciassettenne di Viadana, attualmente in carcere per l’omicidio. Il giovane avrebbe cercato su internet come uccidere a mani nude, inneggiando a Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, e scrivendo “io sto col bravo ragazzo”. Inoltre, il giorno prima dell’arresto, aveva pubblicato su Instagram una sua foto con la scritta “Brian Moser”, il nome del killer di prostitute nella serie televisiva Dexter.
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Le parole dell’avvocato difensore
L’avvocato difensore, Paolo Antonini, ha descritto il giovane come “molto provato” durante l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto presso il Tribunale dei Minori di Brescia. Dopo la convalida del fermo e la conferma della custodia cautelare presso il carcere minorile Beccaria di Milano, l’avvocato ha definito come “fantasie” le numerose frasi riportate sui giornali, attribuite al suo assistito. Alla domanda se il ragazzo abbia chiesto di vedere i suoi genitori, Antonini ha risposto ricordando che “i minorenni hanno diritto di incontrarli”, senza però chiarire se tale incontro sia già avvenuto o se il giovane ne abbia solo espresso il desiderio.
L’autopsia sul corpo di Maria, in corso presso l’ospedale Carlo Poma di Mantova, sarà decisiva per determinare le cause esatte della morte. Tuttavia, i primi esami esterni sul cadavere sembrano indicare che la ragazza sia stata uccisa a mani nude. Il ragazzo era appassionato di arti marziali e avrebbe svolto ricerche su internet per comprendere “che cosa si prova ad uccidere una persona”, una frase che avrebbe riferito ai carabinieri dopo il fermo. Sebbene i legali del giovane contestino tali affermazioni, le sue ricerche su internet e il contenuto dei suoi account social sembrano confermare un interesse verso la violenza, il sesso estremo e un’ammirazione per Filippo Turetta.
All’apparenza, il giovane continuava a condurre una vita normale, frequentando la scuola e la palestra, anche durante i giorni in cui Maria risultava scomparsa. Tuttavia, dietro questa facciata si celava un comportamento freddo e calcolatore. Dopo aver ucciso Maria, avrebbe trasportato il corpo nel giardino di una villetta vicina, coprendolo con foglie, e inviato un messaggio alla sorella della vittima dal suo cellulare per tranquillizzarla. Il telefono, che non è ancora stato ritrovato, sarebbe stato gettato in un cassonetto. Gli investigatori sono ora impegnati a fare luce sul movente di questo omicidio, che ha rivelato un quadro inquietante.