Una maxi inchiesta ha portato all’arresto di 18 ultras delle curve di Milan e Inter, con accuse gravi che includono la formazione di una doppia associazione a delinquere per gestire affari illeciti legati allo stadio San Siro. Tra le quasi sessanta persone perquisite, figura anche il rapper Emis Killa, noto per la sua vicinanza agli ambienti ultras.
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Le Perquisizioni
La polizia ha effettuato perquisizioni nella casa di Bernareggio del 34enne, sebbene Emis Killa non risulti indagato. L’operazione ha interessato diversi individui legati al mondo del tifo, segnando un duro colpo per le tifoserie organizzate.
Un Legame Visibile
Emis Killa non è estraneo al mondo degli ultras. Lo scorso agosto, era presente al Meazza durante la partita Milan-Torino, accompagnando Luca Lucci, leader della curva sud. La presenza di Lucci, recentemente riabilitato dalla giustizia, ha attirato l’attenzione dei media, soprattutto quando gli ultras hanno dedicato uno striscione al loro capo durante il match.
Aggressione allo Steward
Inoltre, la situazione si complica per il rapper, che era già stato associato a un episodio di violenza avvenuto ad aprile 2024, quando un gruppo di ultras, tra cui il fratello di Luca Lucci, ha aggredito uno steward prima di Milan-Roma. Questo evento ha evidenziato il legame tra Emis Killa e alcuni dei tifosi coinvolti nell’inchiesta.
Riflessioni Finali
L’inchiesta rappresenta una nuova sfida per il mondo del calcio italiano e per la gestione delle tifoserie. Mentre si cerca di fare luce su questi affari illeciti, il coinvolgimento di figure pubbliche come Emis Killa solleva interrogativi sulla relazione tra musica, cultura pop e fenomeni di tifo violento. Il rapper, pur non essendo indagato, si trova in una posizione delicata che potrebbe avere ripercussioni sulla sua carriera e sull’immagine pubblica.