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Franco Alfieri, arrestato il presidente della Provincia di Salerno: accusato di corruzione

Pubblicato: 03/10/2024 10:07
Franco Alfieri corruzione arrestato

Il presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, in quota Pd, Franco Alfieri, è stato arrestato la mattina di giovedì 3 ottobre con l’accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti. Sua sorella Elvira è invece finita agli arresti domiciliari. L’inchiesta della Procura campana vede indagate altre quattro persone: Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale dell’azienda Dervit; Andrea Campanile e Carmine Greco, componente dello staff del sindaco e responsabile tecnico del Comune di Capaccio. Anche per loro sono stati disposti gli arresti domiciliari.
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Agli indagati sono state inoltre sequestrate somme di denaro per oltre mezzo milione di euro. Le indagini della Guardia di Finanza si sono concentrate su alcune procedure di affidamento di lavori pubblici di adeguamento ed efficientamento energetico dell’illuminazione stradale e comunale a Capaccio. Appalti che sono stati affidati alla società Dervit. secondo la Procura, gli indagati “avrebbero turbato con collusioni ed altri mezzi fraudolenti le procedure negoziate volte ad affidare le commesse pubbliche”.

Tutte le accuse contro Alfieri e gli altri indagati

Dalle intercettazioni e dal sequestro di materiale informatico, emerge una sorta di patto per l’affidamento dei lavori. Dalle intercettazioni e dal sequestro di materiale informatico, gli investigatori avrebbero ricostruito il patto per l’affidamento dei lavori. Campanile, componente dello staff di Franco Alfieri, e D’Auria, procuratore speciale della Dervit, avrebbero concordato le strade da inserire nel progetto esecutivo per i successivi appalti. E stabilito anche tempi e costi. La Dervit, inoltre, “avrebbe provveduto, attraverso sue propaggini organizzative, alla materiale redazione degli atti delle procedure”.

Sempre secondo la Procura salernitana, il responsabile tecnico del Comune di Capaccio, Carmine Greco, “operando sempre su mandato del sindaco Alfieri”, aveva conferito un incarico a un professionista esterno, per un compenso di 70mila euro poi non corrisposto, per firmare la documentazione che era stata materialmente redatta dalla Dervit. In cambio degli appalti ottenuti, la Dervit avrebbe concesso alla Alfieri Impianti, società legalmente rappresentata da Elvira Alfieri, subappalti e sub-affidamenti dei lavori svolti nel territorio di Battipaglia per una gara da un milione di euro. Oltre a 250mila euro di maggior costo per i materiali forniti dalla Alfieri Impianti nell’esecuzione dei lavori.

L’accusa ritiene che, per ottenere il finanziamento del secondo appalto dalla Regione Campania, il Comune di Capaccio, con una dichiarazione firmata da Alfieri, abbia “falsamente dichiarato” che l’impianto di pubblica illuminazione era gestito da una società in house. Mentre invece era assegnato a una Ati esterna.

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Ultimo Aggiornamento: 03/10/2024 13:18

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