
Nei Campi Elisi per la mitologia greco ellenica si trovano le anime dei giusti, per esempio Enea trova suo padre Anchise, tra qualche tempo qualcuno troverà qualche dirigente del PD che si è fidato di Giuseppe Conte. Il quale come un avvocato capitato per caso nell’agone politico va a Porta a Porta a demolire, in corso d’opera di elezioni amministrative, la coalizione delle opposizioni. “Io con Renzi non ci vado” è il diktat consegnato al pubblico pagante il canone radiotelevisivo della TV di Stato dove, al contrario delle altre opposizioni, lui è presente e decidente. Conte ha appreso velocemente la politica dei due forni, da un lato stringe accordi dall’altro prende utili politici. Ovviamente a lui, al di là del lato personale invalicabile con colui che gli ha tolto l’incredibile posizione a cui era asceso, di Renzi non frega nulla, elettorati troppo agli antipodi, ma il suo vero obiettivo è il PD, renderlo poco credibile nella sua ascesa per amministrare il Paese. Perché se cosi fosse il suo ruolo sarebbe ineludibilmente subalterno, e questo lui non se lo può permettere, per il suo elettorato certo, ma soprattutto per la sua ambizione. Se il PD andasse al 30 % lui non potrebbe mai e poi mai impedire alla Schlein, o a chi loro volessero, di andare a ricoprire il suo vecchio incarico a Chigi. La lotta che sta combattendo Conte è per la spartizione della pelle dell’orso senza averlo preso. E se non si prende? Bene lo stesso, quelli del PD avrebbero dimostrato di non sapere guidare l’alternativa alla destra.
In Sicilia, terra adusa al potere, questo metodo si chiama “un cogghio e un fazzu cogghiere” una formula che qualifica gli interdittori, rispetto ai costruttori. Il problema ovviamente non lo ha lui, che ha il grande vantaggio di non avere nulla da perdere, si è trovato in mano le quote di una società in cui non ha investito nulla, ma ce l’ha il Partito Democratico. Il rischio non è di perdere alcune regioni che potevano, qualche mese fa, essere facilmente conquistate, ma di perdere le politiche inseguendo un finto alleato ma di fatto concorrente. La Schlein delle primarie aveva una strategia di crescita a sinistra, se i 5stelle fossero implosi o si fossero fidelizzati, ma adesso è chiaro a tutti che Conte non è fidelizzabile ne alleabile con sicurezza elettorale. Oggi c’è Renzi domani sarà la Nato, o qualcos’altro su cui rompere prima del voto. Il PD forza tranquilla, rispetto alle Bocce sbattenti della maggioranza, tendeva a crescere, ma se venisse percepito tentennante e confuso invertirebbe il trend. È forse venuto il momento di cambiare strategie di alleanze, guardare al centro in cui non vi è solo Renzi, ma soprattutto FI, ed il voto moderato, prima che quest’area venga riempita da Giorgia. Il PD deve cercare in Italia, e forse con l’aiuto estero, una coalizione Ursula all’europea, guarda caso una coalizione senza 5stelle. Se continuerà a farsi portare fuori strada dal Pifferaio con la pochette passerà dal campo largo ai Campi Elisi, un campo di giusti irrimediabilmente morti.