
L’esercito israeliano ha comunicato di aver liberato una donna yazida di origini irachene, rapita dieci anni fa e prigioniera nella Striscia di Gaza, sotto il controllo di un militante di Hamas con legami con lo Stato Islamico (IS). Secondo il comunicato, il militante è stato neutralizzato durante le operazioni belliche in corso a Gaza, probabilmente a causa di un bombardamento israeliano, e la donna, identificata come Fawzia Amin Sido, di 21 anni, ha avuto l’opportunità di scappare.
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Le forze israeliane hanno rivelato che, grazie a un’operazione complessa che ha coinvolto Israele, gli Stati Uniti e altri attori internazionali, la donna è stata recentemente estratta dalla Striscia di Gaza tramite il valico di Kerem Shalom. Dopo il salvataggio, è stata trasferita in Giordania e poi in Iraq, dove vive la sua famiglia. Nadia Murad, attivista yazida e premio Nobel per la pace nel 2018, ha ricordato sul suo account X ufficiale che la giovane era stata sequestrata dall’IS nel 2014.
Murad ha inoltre sottolineato che, dopo la caduta del califfato in Iraq e Siria, avvenuta rispettivamente nel 2017 e nel 2019, l’IS l’ha condotta a Gaza. Ha avvertito che non è la sola a essere stata trattenuta a Gaza dall’ISIS. Nel corso dell’ultimo decennio, le autorità irachene e la comunità internazionale non hanno avuto successo nel liberare le donne e le ragazze yazide prigioniere in Gaza, Siria e altrove nella regione. Poco prima dell’annuncio, il ministero degli Esteri iracheno ha riferito di aver ricevuto la giovane Fawzia Amin Sido, liberata grazie a un lavoro di coordinamento tra il ministero e il Servizio nazionale di intelligence, con il supporto delle ambasciate statunitensi a Baghdad e Amman e delle autorità giordane, dopo oltre quattro mesi di intensi sforzi.
Secondo quanto comunicato dal ministero, la ragazza è stata rapita da “terroristi dell’IS” e trasferita in vari Paesi prima della sua liberazione, senza specificare le località. L’esercito israeliano ha diffuso due immagini di una donna con il volto sfocato, scattate presso il valico di Kerem Shalom, che attualmente è un punto di passaggio per camion carichi di aiuti umanitari, bloccati a causa delle difficoltà nel distribuire le forniture in un territorio colpito da continui attacchi israeliani.