La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha vissuto momenti di grande frustrazione a seguito di una grave fuga di notizie che ha colpito il suo partito, Fratelli d’Italia (FdI). Durante una conversazione privata, poi trapelata alla stampa, Meloni ha espresso con forza la sua amarezza, criticando duramente i “pochi infami” che avrebbero tradito la fiducia interna del gruppo parlamentare.
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Lo sfogo di Meloni: “Non capisco come possano stare con noi”
La fuga di notizie riguarda un messaggio inviato ai deputati di Fratelli d’Italia, in cui veniva richiesto di presentarsi in Aula per l’elezione di un nuovo giudice della Corte costituzionale, una votazione delicata che necessita del sostegno di almeno tre quinti dei parlamentari, cioè 363 voti. Tuttavia, la coalizione di centrodestra, pur essendo maggioritaria, al momento può contare solo su 360 voti, rendendo cruciale la presenza compatta di tutti i deputati e senatori.
Nonostante il messaggio fosse stato inviato anche ai rappresentanti della Lega e di Forza Italia, è stata la chat interna dei meloniani a finire sui giornali. Questo ha scatenato l’ira della premier, che ha usato toni estremamente duri per condannare il tradimento subito. Meloni ha dichiarato: “Io alla fine mollerò per questo. Perché fare sta vita per far eleggere sta gente anche no”. Nel corso della conversazione, Meloni ha ulteriormente sfogato il proprio disappunto, affermando che “c’è gente che per una citazione sul giornale si vende la madre”, accusando indirettamente i responsabili della fuga di notizie di agire per interessi personali e non per il bene del partito.
Una maggioranza fragile: lo stallo sulla Corte costituzionale
La questione dell’elezione del nuovo giudice della Corte costituzionale è una delle tante prove che la coalizione di governo si trova ad affrontare. Finora, sette scrutini sono andati a vuoto, e il prossimo è previsto per martedì. I nomi in gioco per la carica sono quelli di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della stessa Meloni, e di Carlo Deodato, segretario generale di Palazzo Chigi.
Solidarietà interna e proposte di indagine
La presidente del Consiglio non è rimasta sola nel suo sfogo. Numerosi esponenti del partito hanno manifestato il loro sostegno a Meloni. La sottosegretaria Wanda Ferro ha scritto alla premier: “Immagino come ti senti”, un messaggio di comprensione che è stato seguito dalla reazione della collega Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione, che ha espresso la sua “rabbia e delusione” per l’accaduto. A suggerire un’indagine interna per individuare il colpevole della fuga di notizie è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, uno degli uomini più vicini a Meloni, che ha ripreso le parole della leader affermando: “Be’, però penso che lavorandoci un po’ l’infame si trova”. Tuttavia, la premier ha risposto in modo secco e scoraggiato: “Questo è ovvio, penso che non lo sappia già? Ma non cambia la natura delle cose”.
L’ironia sui trasporti e la frecciata a Salvini
Durante la chat, il clima è stato stemperato da alcuni commenti ironici dei deputati di FdI, che hanno provato a sdrammatizzare la tensione. Il viceministro dei Trasporti, Galeazzo Bignami, ha scherzato: “Ma quindi non posso mandare i messaggi di questa chat? Mannaggia. Avevo già pronta al foto di ricompensa”. Anche il deputato Salvatore Deidda, presidente della Commissione Trasporti, ha tentato di alleggerire il discorso: “Comunque hai notato che con me e Galeazzo come funzionano i trasporti? Impeccabili”.
Ma il culmine della conversazione è arrivato con una battuta della stessa Meloni, che ha fatto una sarcastica critica all’operato del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. “Pensavo saremmo tornati al dorso di mulo e invece ci sono ancora i treni dopo due anni”, ha affermato la premier, in quello che è apparso come un evidente riferimento ai continui ritardi e problemi che affliggono il sistema ferroviario italiano.
A concludere la sequenza di scambi è stato il deputato Marco Osnato, che ha commentato: “Tutto per non far dire che con noi i treni arrivano in orario! Bravi, strategia geniale…”. Un’ironia che riflette la difficoltà del governo di gestire al meglio un settore cruciale come quello dei trasporti, simbolo della necessità di una politica più incisiva e concreta.