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Mammografi, Risonanze e Tac vecchi: “Esami alterati”. Ecco dove sono, allarme sanità in Italia

Pubblicato: 07/10/2024 13:26
Milena Gabanelli

L’ultima inchiesta di Milena Gabanelli sulla sanità in Italia, nella sua Data Room del Corriere, è straordinaria, e molto importante per ogni cittadino. Gli esami diagnostici che effettuiamo sono uguali dappertutto? A quanto pare no, e molto dipende proprio dai macchinari, che in molte parti del nostro Paese sono obsoleti e quindi non in gradi di fare una rilevazione pienamente corretta.
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Soprattutto nella diagnosi delle malattie più gravi, però, il livello di precisione del macchinario può fare la differenza. Mammografi, risonanze magnetiche, Tac, chiediamoci se funzionano nel modo corretto e quanti anni hanno. Per l’Associazione italiana degli ingegneri clinici, citata da Gabanelli nel suo pezzo, pur non esistendo un riferimento univoco, il limite dei dieci anni di vita di un macchinario rappresenta uno spartiacque. Sul Corriere vengono quindi pubblicati i dati principali, ancora inediti, elaborati da Agenas al 31 dicembre 2023. Sia nel pubblico che nel privato più di un macchinario su 3 è oltre i limiti di età e obsoleto.
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Per quanto riguarda le mammografie, la più efficace forma di prevenzione secondaria, il 29% dei mammografi ha più di dieci anni. Rileva Milena Gabanelli che a Roma, a Tor Vergata, uno ha più di dieci anni; il San Giovanni ne ha 3, di cui uno vecchio; il Gemelli, che è uno degli ospedali privati convenzionati più grande d’Europa, ne ha 4, di cui uno obsoleto; gli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) ne hanno 3, di cui uno troppo vecchio. “Complessivamente nel Lazio ce ne sono 105 nelle strutture pubbliche e 161 nel privato accreditato di cui il 35%, però, è fuori età, contro il 14% del pubblico”. In Lombardia? “All’Istituto nazionale dei tumori i mammografi sono 2, di cui uno con più di dieci anni, mentre il Policlinico è dotato di 3 mammografi, tutti di ultima generazione”. Passando ai privati accreditati, invece, “l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) può contare su 5 macchinari, di cui uno troppo vecchio, e l’Humanitas di Rozzano ne ha 7, ma 4 obsoleti”. In Veneto, l’ospedale pubblico di Treviso ha 5 mammografi, mentre l’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona ne ha tre: entrambi contano un mammografo troppo in là con gli anni. In Campania nel privato accreditato il 41% ha superato i dieci anni, contro il 13% del pubblico. In Molise su 14 mammografi solo uno è recente.

Per quanto riguarda le risonanze magnetiche, i dati raccolti da Milena Gabanelli rivelano che il 44% dei macchinari supera i dieci anni. “In particolare, le Regioni che avrebbero il dovere assoluto di acquistarne di nuovi sono il Molise e la Valle d’Aosta, perché risulta che non ne possiedano nemmeno uno abbastanza recente. La percentuale di macchinari obsoleti è preoccupante anche in Sicilia (73%), a Trento (67%), in Toscana (66%), in Liguria (64%) e in Sardegna (62%)”. Stesso discorso per le Tac. Qui addirittura preoccupa il quantitativo di radiazioni emesse: “La differenza da una con più di dieci anni di vita e una di ultima generazione arriva fino all’80%, e la diagnosi è anche più approfondita”. Qui gli strumenti sono obsoleti nel 36% dei casi. “Negli ospedali pubblici del Molise, 7 macchinari su 7 sono vecchi, nel privato 5 su 9. In Lazio vince il pubblico: solo il 21% delle Tac è obsoleto, contro il 38% del privato accreditato. In Liguria, la percentuale di macchine vecchie è del 24% che sale al 47% nel privato accreditato”.

L’ultimo capitolo riguarda la Radioterapia, fondamentale per chi cerca di sconfiggere il cancro. Ebbene, il 46% dei macchinari è fuori limite d’età. Spiega Milena Gabanelli: “In Lombardia, 30 acceleratori su 72 sono nel privato accreditato, dove però la percentuale di macchine vecchie raggiunge il 73%, contro il 40% del pubblico. L’Istituto nazionale dei tumori ne conta 5, di cui 3 con più di dieci anni. Tra i privati, l’Humanitas ne utilizza 5 recenti e 3 obsoleti, mentre l’Istituto europeo di oncologia 4, di cui uno sopra i limiti di età”. Nel Lazio, gli ospedali Gemelli, Tor Vergata, Sant’Andrea, Umberto I li hanno tutti sotto i dieci anni; San Camillo e San Giovanni ne hanno a disposizione 2 buoni e uno vecchio; gli Istituti fisioterapici ospitalieri 3, di cui 2 vecchi. In Emilia-Romagna, tra le aziende ospedaliere universitarie la migliore è il Policlinico di Sant’Orsola a Bologna, con un solo acceleratore obsoleto su 4. Quella di Parma ne conta uno vecchio su 3, l’ospedale di Modena 2 su 3, e quello di Ferrara uno su 2. In Toscana, il Careggi di Firenze ne ha 5, di cui uno vecchio”. Maglia nera per Sicilia e Sardegna dove l’80% degli acceleratori lineari è obsoleto.

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Ultimo Aggiornamento: 07/10/2024 14:28

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