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Trump, lo scoop: i test covid mandati in Russia, e su Putin: “Voleva usare le armi nucleari”

Pubblicato: 08/10/2024 18:56

Donald Trump, nel 2020, inviò segretamente dei test per il Covid a Vladimir Putin. Lo rivela il giornalista Bob Woodward nel suo nuovo libro War, che uscirà il 15 ottobre. Secondo quanto riportato dal Washington Post, all’epoca i test erano una risorsa scarsa negli Stati Uniti. Putin, preoccupato per il virus, chiese a Trump di non rendere pubblica la spedizione. “Non voglio che tu lo dica a nessuno, altrimenti la gente si arrabbierà con te, non con me”, avrebbe detto il leader russo.
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Rapporti mai interrotti

Da quel momento, il rapporto personale tra i due non si è mai interrotto. All’inizio del 2024, Trump avrebbe cacciato un collaboratore dal suo ufficio a Mar-a-Lago per parlare privatamente al telefono con Putin. Secondo le stesse fonti, l’ex presidente americano avrebbe avuto almeno sette conversazioni con il leader russo da quando ha lasciato la Casa Bianca nel 2021.

Woodward, celebre per aver fatto luce sullo scandalo del Watergate, definisce Trump “peggiore di Nixon”. Nel libro accusa l’ex presidente di essere “il leader più impulsivo e spericolato della storia americana”. Secondo l’autore, Trump continua a mostrare lo stesso comportamento da quando è tornato in corsa per le elezioni del 2024. Woodward ricorda anche l’influenza russa nelle elezioni del 2016, evidenziata dall’inchiesta del Senato del 2020, che aveva visto Mosca sostenere la candidatura di Trump.

Nel suo ultimo libro, War, Woodward svela che, a pochi mesi dall’inizio del conflitto, gli Stati Uniti ottennero informazioni di intelligence secondo cui il presidente russo Vladimir Putin stava seriamente prendendo in considerazione l’uso di armi nucleari tattiche per evitare gravi sconfitte sul campo di battaglia.

Secondo un’anticipazione del libro riportata dall’Associated Press, queste informazioni erano basate su conversazioni segrete e credibili all’interno del Cremlino. L’intelligence statunitense avrebbe stimato una probabilità del 50% che Putin potesse ricorrere all’uso di armi nucleari se le forze ucraine avessero circondato i circa 30.000 soldati russi dispiegati nella città di Kherson, nel sud dell’Ucraina.

Il contesto: il rischio nucleare e la battaglia di Kherson

Le truppe russe, dopo l’invasione di febbraio 2022, avevano rapidamente conquistato vaste aree dell’Ucraina, inclusa la strategica città di Kherson, situata vicino al Mar Nero e sul fiume Dnepr. Tuttavia, con il progredire del conflitto, le forze ucraine iniziarono a ottenere successi militari significativi, riconquistando territori chiave come la città di Kharkiv, la seconda più grande del Paese. In quel contesto, le forze ucraine si preparavano a un’offensiva per liberare Kherson, ponendo le truppe russe in una situazione critica.

Secondo le rivelazioni di Woodward, fu proprio in quel momento che Putin avrebbe considerato l’uso di armi nucleari tattiche come ultima risorsa per salvare la situazione sul campo di battaglia, evitando il rischio di un’umiliante sconfitta. Le armi nucleari tattiche, rispetto a quelle strategiche, hanno una potenza inferiore e sono pensate per essere utilizzate su obiettivi militari specifici, piuttosto che come strumento di distruzione su larga scala. Tuttavia, il loro utilizzo avrebbe comunque rappresentato un’escalation drammatica e pericolosa del conflitto.

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Ultimo Aggiornamento: 08/10/2024 23:22