
Da tempo, lui ha smesso di partecipare ai Consigli dei ministri. Lei, invece, si mostra più delusa che arrabbiata. Per Giorgia Meloni, infatti, il legame con Guido Crosetto è di natura personale. Tuttavia, la situazione attuale rischia di oltrepassare questi confini, trasformandosi in una questione politica delicata.
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Anche i ministri alleati hanno notato la protesta silenziosa del titolare della Difesa: le sue assenze sono così numerose da non poter essere interpretate come semplici coincidenze. Ci sono stati anche colleghi che hanno cercato chiarimenti da Meloni, ricevendo una risposta che metteva in evidenza il problema: «Per i ministri partecipare ai Consigli è un obbligo. Ma la vita continua comunque. Il governo non si ferma per le capricci di qualcuno». Oltre alle parole, è stato particolarmente rivelatore lo sguardo della premier, che ha rivelato un senso di vuoto che non è riuscita a celare. Infatti, il legame tra Meloni e Crosetto è ritenuto solido, forgiato durante i momenti difficili di un progetto che molti giudicavano destinato a fallire.
Invece, dopo la nascita di Fratelli d’Italia, entrambi sono giunti al governo, ciascuno con il proprio carattere complesso, ma senza mai compromettere il loro affiatamento. Oggi la premier afferma ancora che «Guido è come un fratello per me, anche se in questo caso non riesco a comprenderlo». Non è chiaro neppure il motivo per cui Crosetto abbia scelto di prendere le distanze dalla sua «sorella», disertando le riunioni del Consiglio come a voler sottolineare una frattura. A parte la sua presenza al Cdm che ha ufficializzato la nomina di Luciano Portolano a capo di Stato Maggiore della Difesa, il governo ha registrato «circa dieci» sue assenze.
Un numero notevole per un ministro della Difesa, soprattutto in un periodo tanto complicato, caratterizzato da conflitti in Ucraina e in Medio Oriente che generano instabilità globale. In questo scenario poco chiaro, sembra che Crosetto non abbia spiegato a Meloni le motivazioni della sua distanza, nemmeno attraverso una richiesta di incontro o una semplice telefonata. Allo stesso modo, Meloni ha evitato di rendere la situazione tesa, scegliendo di non dar peso alle affermazioni ambivalenti che Crosetto avrebbe fatto su di lei di fronte a diversi testimoni. Non hanno neppure avuto modo di scambiare parole durante il passaggio di consegne ai capi di Stato Maggiore: la premier non era presente, anche se Portolano l’ha citata due volte nel suo discorso.
Rimane dunque tutto in sospeso tra Meloni e Crosetto, e le speculazioni sui motivi che hanno indotto il ministro a erigere un muro si moltiplicano tra i membri del governo. Si parla di un possibile «conflitto» tra lui e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano riguardo al funzionamento dei servizi segreti. Una situazione tesa, emersa nei giorni di fine estate, quando le critiche di Crosetto verso i vertici dell’Aise erano divenute pubbliche, allegando il suo esposto alla Procura di Perugia.
In quel frangente, la frase che il ministro aveva lasciato trapelare: «Se Meloni non mi vuole, me ne vado», aveva fatto percepire delle crepe nel rapporto tra i due. Oggi Crosetto ascolterà il Copasir riguardo ai dossieraggi. Dopo aver presentato varie denunce, sarà «felice» di esporre la sua versione dei fatti al Comitato per la sicurezza della Repubblica. Tuttavia, resta da capire se e quando ci sarà un chiarimento tra lui e la premier. Attualmente, regna un incomprensibile silenzio.
Questa situazione non può comunque perdurare a lungo. Da un lato, Meloni ricopre il ruolo di premier, dall’altro Crosetto è ministro della Difesa. Tra loro c’è la responsabilità di fronteggiare una crisi internazionale senza precedenti e occuparsi di questioni interne. Ad esempio, dopo la nomina del generale Portolano, sarà necessario decidere presto il successore di Teo Luzi, attuale comandante generale dell’Arma dei carabinieri. Sarà interessante vedere per quanto tempo Crosetto potrà continuare a mantenere il silenzio e assente dal Consiglio dei ministri. Questa situazione non minaccia solo un rapporto di amicizia, ma potrebbe anche trasformarsi in un problema politico di rilievo.