
È un colpo di scena che ha sorpreso tanto gli osservatori quanto gli stessi elettori: il tema dello Ius Scholae torna in Parlamento, con la possibilità concreta che si apra un dialogo tra forze politiche fino a ieri contrapposte. La decisione di calendarizzare il testo, annunciata da Chiara Gribaudo del Partito Democratico, ha acceso un riflettore inatteso su una questione che sembrava destinata all’oblio legislativo. Eppure, nel giro di poche ore, i contorni della partita sono cambiati, e ciò che era considerato impossibile ora prende la forma di un’ipotesi concreta: un’intesa tra PD e Fratelli d’Italia.
Il Partito Democratico, da sempre favorevole alla riforma della cittadinanza, sembra pronto a giocare una partita meno ideologica e più pragmatica. “Se ci sono margini per una convergenza, noi ci siamo”, fanno sapere fonti vicine alla segreteria. L’apertura nasce dalla consapevolezza che una versione ristretta dello Ius Scholae, come quella proposta da Forza Italia, potrebbe diventare il terreno d’intesa su cui costruire una nuova maggioranza tematica. Non si tratterebbe di rinnegare battaglie passate, ma di cogliere una finestra politica inaspettata.

Nel centrodestra, il partito più esplicito nel proporre una riforma è proprio Forza Italia, che si appresta a depositare un testo di legge che prevede la cittadinanza per i minori stranieri dopo almeno dieci anni di scuola in Italia. È un compromesso che raccoglie l’eredità di Silvio Berlusconi, ma soprattutto cerca di rilanciare il profilo riformista del partito all’interno di una coalizione sempre più sbilanciata su posizioni identitarie. L’iniziativa ha messo in difficoltà gli alleati, ma ha anche aperto spazi di dialogo con l’opposizione.
Proprio all’interno di Fratelli d’Italia si registrano i segnali più sorprendenti. Pur avendo sempre espresso una posizione contraria a ogni ipotesi di cittadinanza facilitata, alcuni esponenti della maggioranza, come Speranzon e Malagola, hanno ammesso la necessità di “non chiudere il dibattito a priori”. È una posizione prudente, ma che lascia intendere come il partito guidato da Giorgia Meloni stia valutando i costi elettorali di un rifiuto netto rispetto a un tema che tocca migliaia di giovani cresciuti nelle scuole italiane.
La possibilità di un asse PD–FdI sul tema è, a oggi, più che un’ipotesi accademica. Se confermata, rappresenterebbe un vero terremoto negli equilibri politici. Una convergenza su un testo moderato, magari mediato da Forza Italia, sancirebbe l’apertura di un nuovo fronte trasversale su una questione che finora ha sempre spaccato in due l’emiciclo. E potrebbe avere riflessi ben più ampi, inaugurando una stagione di collaborazione parlamentare su temi civili e sociali, al di là degli schieramenti.
L’opinione pubblica, intanto, osserva con stupore e attenzione. Molti elettori di centrodestra, che avevano visto nello stop allo Ius Soli una garanzia di coerenza programmatica, si trovano ora di fronte a una svolta potenzialmente storica. Allo stesso tempo, una parte crescente dell’elettorato, soprattutto tra i più giovani e nei centri urbani, guarda con favore a un provvedimento che riconosce diritti fondamentali a chi è italiano di fatto, ma non di diritto.

Il rischio principale è quello di una frattura interna alla maggioranza. Lega e una parte di FdI vedono in questa apertura una deviazione pericolosa dal programma elettorale, e temono ripercussioni sul piano della credibilità politica. Ma il pressing di Forza Italia e la volontà di parte dell’opposizione di dialogare stanno rendendo sempre più difficile mantenere una linea di chiusura senza pagare un prezzo in termini di consenso.
Se i contatti informali tra i gruppi parlamentari si trasformeranno in un vero tavolo di confronto, il testo potrebbe arrivare in Aula già in autunno. A quel punto, lo scenario politico italiano potrebbe cambiare drasticamente. Non solo per l’approvazione o meno dello Ius Scholae, ma per l’inizio di un metodo nuovo, in cui le maggioranze si costruiscono sui temi e non solo sulle coalizioni. Un cambiamento che, nel bene o nel male, spiazza la narrazione degli ultimi anni.