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Caso Sangiuliano Boccia, rimosso il capo di gabinetto del ministro della Cultura

Pubblicato: 12/10/2024 14:04

“È caduta la fiducia”. In un colpo inaspettato, Francesco Gilioli viene rimosso dal suo ruolo di capo di gabinetto presso il ministero della Cultura. Alessandro Giuli non esita a cacciarlo, comunicandogli la decisione tramite una pec, senza neanche una chiamata. Il ministro rivela a un membro della maggioranza di aver appreso di “fatti molto gravi”. Gilioli, già capo di gabinetto di Sangiuliano, era coinvolto nello scandalo legato a Maria Rosaria Boccia, che aveva portato alle dimissioni di quest’ultima. Era prevista la sua sostituzione a dicembre, con Francesco Spano in pole position, ma si sono già levate alcune polemiche sul suo nome. Poi, improvvisamente, tutto accelera e l’aria si fa tesa a via del Collegio Romano.

La questione in sospeso è quella dell’infedeltà. Secondo diverse fonti, Gilioli sarebbe stato scoperto a fornire informazioni alla trasmissione televisiva Report riguardanti sia Sangiuliano che il suo successore Giuli. Altre voci indicano che potrebbe essere stato ascoltato dai magistrati nei giorni scorsi riguardo a una consulenza non andata a buon fine per Boccia, ma non ci sono conferme ufficiali in merito.

Negli prossimi giorni potrebbero emergere ulteriori dettagli. Tuttavia, ciò che appare chiaro è che la decisione di Giuli sia stata fulminea e che il ministro si trovi in uno stato d’animo piuttosto infastidito. Gilioli ha ricevuto la notizia della sua rimozione tramite email certificata mentre era in ospedale, accanto alla madre, senza neppure un messaggio personale o una telefonata.

Questa situazione si inserisce nell’ennesimo capitolo avvelenato dello scandalo Sangiuliano-Boccia. Gilioli, considerato vicino al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, è stato menzionato nell’esposto presentato dall’ex ministro, dove il giornalista sottolinea le sue preoccupazioni sulla nomina di Boccia, documentate da un messaggio inviato a Gilioli il 9 agosto: “Per quel consigliere da nominare, tieni fermo. Ne parliamo a fine agosto”. E pare sia stato proprio Gilioli a esprimere dubbi sul curriculum di Boccia e sul rischio di conflitti d’interesse legati alle sue precedenti esperienze.

Mentre le indagini sull’ex ministro continuano, Giuli segna una netta discontinuità con la rimozione di Gilioli, nella gestione del Collegio Romano, dallo scorso ingresso in carica. Si parla ora di Francesco Spano come possibile nuovo capo di gabinetto. Spano, segretario generale della fondazione MAXXI durante la presidenza di Giovanna Melandri e che ha continuato a lavorare con Giuli, gode della sua fiducia. Tuttavia, Spano è un estraneo al potere meloniano: ex allievo di Giuliano Amato, è stato alla guida dell’Ufficio nazionale antidiscriminazione (Unar) sotto il governo Renzi, finché non si è dimesso nel 2017 a causa di un’inchiesta in cui veniva accusato di aver finanziato un’associazione LGBTQ+ legata a attività di sesso a pagamento.

Ironia della sorte, questo episodio sollevò le critiche di Giorgia Meloni, che chiese le dimissioni di Spano affermando: “Non un euro in più delle tasse degli italiani deve essere sprecato per pagargli lo stipendio”. Sicuramente, i membri dell’associazione Pro Vita non hanno dimenticato quell’accaduto e hanno lanciato una petizione contro la nomina, ritenendola “un affronto a tutti i valori che il governo di centrodestra dovrebbe sostenere”. Non proprio un inizio rassicurante per la scelta di Giuli.

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