
Il caso della morte di Eliana Rozio, l’insegnante di 46 anni deceduta a Beinasco nel 2020 a causa di un incendio causato dal suo frigorifero LG, ha visto finalmente un’importante svolta. I due dirigenti di LG Electronics saranno chiamati a rispondere di omicidio e incendio colposi, oltre che di commercializzazione di prodotti pericolosi. Le indagini, riaperte dopo l’opposizione della parte civile, hanno portato all’accusa formale dei due due dirigenti di LG Electronics. L’accusa si basa principalmente sulla presunta violazione di una norma comunitaria che impone l’uso di materiali resistenti alla combustione e alla propagazione del fuoco nella costruzione di elettrodomestici.
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Nonostante le prime indagini si fossero concluse con una richiesta di archiviazione, data l’incapacità di determinare con precisione la causa dell’incendio, ulteriori perizie hanno sollevato seri dubbi sul rispetto delle norme di sicurezza comunitarie da parte di LG. Secondo le nuove consulenze, il frigorifero non avrebbe rispettato l’obbligo di utilizzare materiali resistenti alla combustione e alla propagazione del fuoco. In particolare, sembra che la scheda madre non fosse adeguatamente isolata con materiale ignifugo, esponendo così l’utente al rischio di incendio e inalazione di sostanze tossiche, tra cui i fumi derivanti dalla combustione della schiuma poliuretanica utilizzata.
A riaprire il caso è stato il gip che, in seguito all’opposizione presentata dall’avvocato di parte civile, ha ordinato un supplemento investigativo. Da qui una nuova consulenza che prevedesse “l’effettuazione di prove tecniche per valutare il comportamento al fuoco e la prova di propagazione della fiamma dei materiali (plastiche e isolanti) impiegati nella produzione del frigorifero”.
Questo elemento cruciale, che era emerso già nelle prime indagini, è stato ulteriormente confermato dalle nuove perizie. Sebbene i tecnici non riescano a stabilire con certezza quali componenti abbiano innescato l’incendio, ora risulta chiaro che LG avrebbe violato le normative di sicurezza europee, portando così alla tragica morte di Eliana Rozio. Il procedimento legale si concentrerà dunque sul mancato rispetto di questi standard e sull’eventuale responsabilità penale dei dirigenti dell’azienda.