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L’Italia segreta dei dossier: perché un Crosetto non compiacente può fa tremare la Meloni

Pubblicato: 14/10/2024 15:46

C’è un vulnus, sembra, sotterraneo, di quelli che notano solo i cosiddetti “addetti ai lavori”. Questo vulnus starebbe scavando non tanto la maggioranza di governo, ma proprio il gabinetto dei ministri nella sua forma ristretta e fondamentale. Crosetto, il ministro della Difesa, tassello del fondamentale anello di congiunzione atlantico, non ci sta più, a quanto pare. Non è andato al Consiglio dei Ministri per lungo tempo, non si parlerebbe più come prima, al di là di smentite che parlano di rapporti cordiali, con la Meloni, ha fatto un esposto in procura che può imbarazzare la Presidenza del Consiglio, ha rischiato di fare uno show down al Copasir, l’organo di controllo dei Servizi Segreti. Crosetto sarebbe di traverso, è ovviamente a conoscenza di qualche cosa che crea scompiglio o devianza, materia in cui in Italia siamo bravissimi, nei Servizi. Da Maletti all’Italicus, da Piazza della Loggia alle stragi del ’92, e non si esclude nemmeno Tangentopoli, c’è un fiume carsico di segreti di Stato o di parrocchie potenti, di alleanze strane, occulte ma non così tanto.

Non è un segreto lo scontro politico di Crosetto con Mantovano, il sottosegretario con delega alla materia della Presidente Meloni, sulle nomine dei vertici degli apparati di sicurezza, ma sembra che non ci sia solo quello. Forse c’è altro? Ci sono dossier ad alto tasso di controllo politico? Come ai tempi del Sifar di De Lorenzo, o di Mino Pecorelli. C’è un tintinnio di penne più che di sciabole, di pezzi di carta riservati, di tabulati, come quelli che precedettero la caduta di Renzi sul caso Consip.

Cosa era successo allora? Che qualcuno, forse Carrai, aveva immaginato una specie di server delle informazioni di tutti gli apparati da mettere sotto chiave e controllo di Chigi. Tre settimane dopo un capitano dei carabinieri in un bidone della spazzatura trova dei tabulati telefonici, e il padre del Premier va sotto tiro. Di lì in poi tutta una caduta. Le informazioni nel terzo millennio, o le loro manipolazioni, vedi gli hacker russi, sono il vero potere, e se questo potere non è al sicuro da devianze, la democrazia diventa un simulacro. Il primo bersaglio di queste devianze sono i politici, da cui lo strano caso Striano, il finanziere che sembrava Assange per la mole di informazioni riservate ad usi deviati.

C’è del marcio nella Danimarca degli apparati? La Presidenza dichiara tutto a posto. Ma Crosetto non è sembrato, al di là di alcune dichiarazioni in stile piemontese, convinto. Il gigantesco ministro non è uno qualunque. E non solo sul piano politico, visto che è uno dei fondatori di FdI. Se lui decidesse di uscire dal governo, anche e solo per ragioni personali, il governo Meloni avrebbe un destino segnato. Per ora traccheggia, tra una denuncia in procura a Perugia in cui ipotizza fatti molto gravi ed una sopita edulcorazione al Copasir in cui tenta di non mettere troppo in difficoltà il governo.

Prima o poi però la magistratura chiamata in campo dal ministro dovrà presentare il risultato delle indagini, e non tutto potrà essere tenuto dentro i mugugni di Palazzo Chigi. Questa delle denunce alla magistratura sembra diventata prassi, l’ha fatta pure Sangiuliano, ma come si sa ci sono due luoghi in cui sai come entri e non sai come esci in Italia: Ospedali e tribunali.

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