La recente telefonata tra Benjamin Netanyahu Giorgia Meloni ha evidenziato un forte disaccordo riguardo agli attacchi contro la missione UNIFIL al confine tra Libano e Israele. Netanyahu ha cercato di minimizzare gli eventi, definendoli “incidenti”, mentre Meloni, in linea con le posizioni del governo italiano, ha insistito sul fatto che si trattasse di “attacchi deliberati”. Il nodo principale del contrasto è stata la richiesta di Netanyahu affinché Meloni facesse pressioni su Gutierres per ritirare i caschi blu della missione UNIFIL dalla zona della Linea Blu, richiesta che la premier italiana ha respinto fermamente.
Meloni ha sottolineato che tale pressione comprometterebbe la credibilità delle Nazioni Unite e delle operazioni future della missione di pace. La sua posizione riflette la necessità di garantire la sicurezza delle forze di pace e mantenere la stabilità in un’area critica come il confine libanese, mentre la Francia e altri partner europei sembrano condividere questa preoccupazione.
Israele: “Armi di Hezbollah nascoste vicino Unifil”
La questione del ruolo dell’UNIFIL è complicata dal fatto che le forze israeliane sostengono la presenza di depositi di armi di Hezbollah vicino alle basi della missione, alimentando la richiesta di un eventuale ritiro o di un ripensamento strategico della missione stessa. Nonostante Netanyahu abbia espresso rammarico per il ferimento dei peacekeeper italiani, la tensione rimane alta, soprattutto perché l’Italia sta valutando, insieme ad altri partner internazionali, una risposta più forte agli attacchi.
Il contesto internazionale, inoltre, vede movimenti diplomatici attorno alla figura del generale libanese Joseph Aoun, sostenuto dagli Stati Uniti, che potrebbero portare a cambiamenti significativi nella regione. Tuttavia, la permanenza delle truppe UNIFIL è ritenuta cruciale da molti paesi, inclusa l’Italia, per prevenire un’escalation incontrollata del conflitto.
In sintesi, la telefonata tra Netanyahu e Meloni ha sottolineato profonde divergenze sulle soluzioni da adottare per garantire la sicurezza nel sud del Libano, con l’Italia che ribadisce il suo impegno a sostenere la missione delle Nazioni Unite e a garantire la protezione delle truppe internazionali.