
Piero Marrazzo era il presidente della Regione Lazio quando, nel luglio del 2009, quattro carabinieri ‘infedeli’, poi condannati nel processo in cui lui è stato parte lesa, gli tendono una trappola sorprendendolo in un appartamento di via Gradoli, a Roma, con una prostituta trans a consumare cocaina, e girano un video per poterlo poi ricattare. Da quel momento la sua carriera politica si interrompe bruscamente. E anche la sua vita cambia. Oggi il giornalista racconta la sua drammatica vicenda in un libro dal titolo ‘Storia senza eroi’, in uscita proprio in questi giorni, edito da Marsilio. Il Corriere della Sera ne pubblica alcuni interessanti estratti.
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La telefonata di Berlusconi a Marrazzo: “C’è un video…”
“’C’è il presidente Berlusconi in linea, glielo passo?’. Con voce squillante, amabile come sempre, stava per passarmi l’uomo che con la sua telefonata avrebbe squarciato il velo con il quale avevo avvolto ciò che mi era accaduto a luglio. – ecco uno dei passaggi più interessanti del libro di Piero Marrazzo – ‘Pronto, presidente, eccomi, come stai’ dissi io, in un esercizio di comunicazione tra il rispettoso e il colloquiale, come sempre bisogna fare quando si parla con il presidente del Consiglio o un’alta carica dello Stato”.
“’Bene. Senti, devo parlarti di una cosa che sicuramente sai, che conosci, la questione…’.Non disse altro, pensò che quelle poche parole fossero sufficienti a mettermi immediatamente in allerta. Passarono alcuni secondi, ma saranno stati veramente secondi?, poi risposi: ‘Presidente, scusa, puoi farmi capire meglio?’”.

“Berlusconi comprese, l’intuito non gli mancava, che ero disorientato, e soprattutto che il mio disorientamento era autentico, non stavo fingendo. Guarda, è un fatto delicato. Dalla Mondadori mi hanno avvisato che un’agenzia fotografica, con la quale collaborano, li ha informati che c’è un video che ti riguarderebbe. Un video particolare, ti faccio avere il numero. Mi dicono anche che è registrato male, altri particolari non li conosco. Me l’hanno confermato i responsabili giornalistici che l’hanno visionato. Fai contattare l’agenzia, sono disponibili. Ci tenevo a informarti di persona”, si conclude così questa parte del racconto di Marrazzo.
La reazione della moglie
Ecco invece il ricordo della reazione della moglie: “Intanto, nella redazione del Tg3, dove sta lavorando, mia moglie vive dei momenti che non meritava di vivere: apprende dai giornali che saranno in edicola il giorno dopo quello che avrebbe dovuto sapere da me. Mi chiama angosciata, mi chiede spiegazioni, poi torna a casa. Capisco cosa significa sentirsi un vigliacco: l’ho lasciata inerme e sola, un compagno di vita non può farlo, non deve farlo”.