
Jannik Sinner attende l’esito del ricorso che la Wada ha fatto contro la sua assoluzione per la positività ad una sostanza dopante: il Clostebol. Il suo collega australiano, Nick Kyrgios, e altri, lo attaccano lasciando intendere di non considerarlo un atleta pulito. Ma ci pensa l’ex tennista italiano, Paolo Canè, a scendere in campo per difenderlo. Anche se Canè, nel corso di una lunga intervista a Fanpage, sospetta che i suoi nemici possano avere qualche carta nascosta in mano per incastrare Sinner.
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“Non ho dubbi, io sto dalla parte di Sinner perché è un grandissimo professionista e mi spiace per lui per questa situazione. – premette Canè – È un discorso molto delicato e non sono certo io quello che può dare delle risposte, ma solo esprimere un parere. Ci sono i tribunali per questo e c’è un’indagine in corso. Quello che si sta facendo, chiedendo ai vari giocatori e facendo nomi e non di quelli che possono rispondere, sembra un ping pong e questo gioco non serve a nessuno. Serve solo ad alimentare il discorso perché il numero uno del mondo fa ovviamente notizia molto più del numero 1000 e questo va bene anche ai giornali”.

“Lui ha ricevuto un giudizio da tre giudici di livello mondiale, tre esperti che hanno già dato risposta negativa. – prosegue Paolo Canè – E quello che molti non leggono bene e su cui bisogna fare molta attenzione è che Sinner non è stato aiutato in questa storia, anzi. Considerato quello che sta passando a livello mentale, quello che dicono su di lui, non è stato aiutato. Se fosse capitato ad altri giocatori a mio parere come Alcaraz, Djokovic, ne sarebbero usciti molto male rispetto a lui e invece Jannik ha reagito da grande campione qual è. Di certo non è stato aiutato in questa vicenda nonostante quello che molti pensano. Quello che sta facendo e le risposte che sta dando sul campo vincendo, insomma non è facile. Non lo sarebbe per nessuno”.
La rivelazione bomba di Paolo Canè su Sinner
“Nei prossimi mesi Sinner avrà una grande pressione perché non arriverà subito la risposta del TAS, ci vorrà del tempo. – aggiunge poi preoccupato l’ex tennista – Parlo da ex professionista e sportivo, la sensazione è che in un momento così tu non sei nella condizione migliore per giocare ed esprimere il tuo massimo. Invece lui lo sta facendo alla grande. È di un’altra categoria. Essendo Sinner il numero 1, il caso fa notizia. A meno che non abbiano delle carte in mano per dimostrare qualcosa di cui siamo tutti all’oscuro. Se continuano nonostante il giudizio di un tribunale che aveva già detto che è tutto a posto. Per il resto bisogna affidarsi agli addetti ai lavori”.
“Si alimentano voci su un qualcosa sul quale si può esprimere solo un giudice o un tribunale. Uno può avere un parere, ma non vuol dire niente. Che lo dica Panatta, il mio capitano, Pietrangeli o Kyrgios, che vuole fare cinema a distanza per fare qualcosa, è un giudizio che vale come quello di chi incontri per strada e al quale chiedi un parere. Nel calcio vedi il rigore c’è o non c’è? L’arbitro va a vedere il VAR e decide, il giorno dopo ancora se ne parla, ma sono argomenti da bar. Alla fine c’è un giudice o un tribunale che studierà il caso”, conclude Canè.