
Le aziende Fenice e Sisterhood, controllate da Chiara Ferragni, non hanno ancora consegnato i bilanci, scatenando preoccupazioni tra gli investitori e alimentando voci su dissapori interni alla gestione. A differenza di queste due società, l’altra azienda di Ferragni, Tbs Crew, ha già chiuso il 2023 con un utile di 4,4 milioni di euro, dimostrando una gestione finanziaria più solida e puntuale.
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Il consiglio di amministrazione di Fenice vede protagonisti Paolo Barletta, che ricopre il ruolo di presidente, e Chiara Ferragni stessa, che ne è l’amministratore delegato. Barletta è un imprenditore di spicco, proprietario della società Alchimia, che detiene il 40% di Fenice. Tuttavia, Barletta sembra essere intenzionato a uscire dall’azienda, aprendo scenari di potenziali trattative. Un altro socio rilevante è Pasquale Morgese, proprietario del 27,5% della società, il quale si è mostrato critico nei confronti della gestione attuale. Morgese, imprenditore nel settore dell’abbigliamento e delle calzature, si trova in contrasto con le decisioni del passato e ha avviato azioni legali per contestare la gestione di Ferragni e Barletta.
Il piano industriale 2025-2029 e le tensioni
Secondo la relazione al bilancio di Alchimia, esiste un piano industriale per il periodo 2025-2029, ma il consiglio di amministrazione di Fenice non ha ancora convocato le assemblee necessarie per discuterne i dettagli. Nonostante ciò, l’obiettivo dichiarato sembra essere quello di evitare svalutazioni della partecipazione in Fenice, iscritta a bilancio per 15,8 milioni di euro. Le tensioni tra i soci sono incentrate principalmente sui marchi. Si prefigura un vero e proprio triello tra Ferragni, Barletta e Morgese, che lottano per la gestione e il controllo degli asset dell’azienda. Barletta, infatti, era pronto a uscire già dal 2023, ma le trattative per la sua uscita sono state complicate dal valore dei marchi e dalle difficoltà economiche.
La trattativa tra Ferragni e Barletta
Una delle questioni centrali è la trattativa in corso tra Ferragni e Barletta per l’acquisizione del 40% di Fenice. Il valore del marchio Ferragni è l’incognita principale: da un lato, Barletta cerca di ottenere una valutazione adeguata per la sua quota, dall’altro, Ferragni deve decidere se liquidare gli altri soci o cercare un nuovo investitore disposto a subentrare nel capitale. Anche Morgese è coinvolto in questo processo, pur essendo completamente estromesso dalla gestione operativa. La sua insoddisfazione è evidente dalle numerose lettere e iniziative legali che ha intrapreso per contestare le decisioni passate della società. Il futuro di Fenice rimane incerto. Il ritardo nella presentazione dei bilanci potrebbe essere un segnale di difficoltà gestionali e di disaccordi interni che vanno oltre le normali dinamiche aziendali. Se le trattative con Barletta e Morgese non si risolveranno in tempi brevi, Chiara Ferragni dovrà prendere decisioni cruciali per il futuro delle sue aziende e per mantenere il controllo sui suoi marchi.