
I giudici della sezione per l’immigrazione del tribunale di Roma hanno preso una decisione chiara: i dodici migranti attualmente in Albania devono tornare in Italia. Questa ordinanza è stata emessa nonostante le loro domande di asilo siano già state rigettate dalle Commissioni territoriali.
Questa mattina, i magistrati romani hanno scelto di non convalidare il trattenimento dei richiedenti asilo, provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh, salvati dalla Guardia di finanza nelle acque internazionali il 13 ottobre. Questi migranti erano stati trasferiti sulla nave Libra della Marina Militare e successivamente portati al porto di Shengjin prima di essere trasferiti in un centro di detenzione a Gjader.
La motivazione è chiara e già annunciata: si basa sulla sentenza della Corte di giustizia europea del 4 ottobre, che afferma che un Paese deve essere considerato sicuro in ogni sua parte per tutti. Non possono esserci persecuzioni, discriminazioni né torture in alcuna zona del territorio. Applicando questo principio, l’Egitto e il Bangladesh, come anche la Tunisia, non possono essere definiti sicuri.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato : “Faremo ricorso fino in Cassazione”. E la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha precisato : “Troverò una soluzione anche a questo problema. Ho già convocato un Consiglio dei ministri per lunedì per approvare delle norme che servono a superare questo ostacolo. Non credo sia competenza della magistratura definire quali sono Paesi sicuri e quali no. È competenza del governo, quindi credo che il governo debba chiarire meglio cosa si intende per Paese sicuro”.
Luciana Sangiovanni, la presidente della sezione, ha spiegato chiaramente in una comunicato stampa: “Il diniego della convalida dei trattenimenti in strutture albanesi è dovuto alla impossibilità di riconoscere gli Stati di provenienza come ‘paesi sicuri’, rendendo quindi non applicabile la procedura di frontiera e il conseguente trasferimento dei migranti al di fuori del territorio albanese. Essi hanno il diritto di rientrare in Italia”.
I migranti dunque non possono rimanere nei centri al di là della frontiera, né possono rimanere liberi in Albania. Anche il premier Edi Rama ha confermato questa posizione in un’intervista. Pertanto, i migranti saranno riaccompagnati in Italia, imbarcati su un traghetto da Shengjin per Bari domani.
A partire da oggi, avranno 14 giorni per presentare ricorso contro il rifiuto della loro domanda d’asilo, e i giudici dell’immigrazione si occuperanno di ogni singolo caso. Tuttavia, considerando le irregolarità nelle procedure di frontiera, è probabile che le domande vengano esaminate secondo le procedure ordinarie, che sono più lunghe.
Questo avviene mentre le Commissioni territoriali hanno rifiutato ieri tutte le richieste di protezione internazionale, autorizzando così il trasferimento dei dodici migranti nella parte principale della struttura detentiva: il CPR da 144 posti, di cui solo 24 sono attivi.
“Gli enti italiani hanno l’obbligo di riportare in Italia le persone trattenute, consentendo così loro di esercitare il diritto d’asilo nel nostro Paese”, affermano gli avvocati che assistono uno dei migranti bengalesi.
I parlamentari dell’opposizione, entrati nei centri di detenzione albanesi, hanno interpretato il tentativo di accelerare il rifiuto delle domande d’asilo come un ordito per complicare il lavoro dei giudici.
C’è anche chi sostiene che questa manovra sia stata una strategia per evitare che il primo viaggio della nave-hub Libra, che ha impiegato due giorni e ha avuto un costo di circa 20mila euro per migrante, si rivelasse un completo fallimento. Dei 85 migranti soccorsi, solo 16 erano stati portati sulla nave da 13 posti della Marina. Due minorenni erano stati rimandati indietro subito dopo l’arrivo a Shengjin, e altri due erano stati esclusi dopo il monitoraggio delle vulnerabilità. Oggi è arrivata la decisione di non convalidare il trattenimento degli ultimi dodici migranti, portando i centri albanesi, capaci di accogliere mille persone, a rimanere vuoti già a partire da stasera.
La maggioranza ha attribuito il flop alla magistratura, attaccando i giudici. “È assurdo! Ad aiutare la sinistra parlamentare ci pensa ora quella giudiziaria”, si legge in un post di Fratelli d’Italia. Il messaggio prosegue: “Alcuni magistrati politicizzati hanno stabilito che non esistono Paesi sicuri: diventa così impossibile trattenere chi entra illegalmente e impossibile rimpatriare i clandestini. Non possiamo permettere l’abolizione dei confini italiani”.
La Lega ha anch’essa attaccato la decisione: “L’ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è inaccettabile e grave. I giudici, favorevoli all’immigrazione, dovrebbero candidarsi per le elezioni, ma sanno che non ci lasceremo intimidire”.