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Omicidio Francesca Deidda, due piante inchiodano Igor Sollai: “Comprate per nascondere il corpo”

Pubblicato: 23/10/2024 16:37

Due piante costate 37 euro al Leroy Merlin di Elmas e pagate con la sua carta di credito lo scorso 15 maggio incastrano Igor Sollai, il 43enne in carcere a Uta per l’omicidio della moglie Francesca Deidda, scomparsa da San Sperate il 10 maggio e ritrovata cadavere in un borsone da palestra il 18 luglio tra i monti di San Priamo, lungo l’orientale sarda 125. Sollai, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, continua a dichiararsi innocente.
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Una delle prove chiave riguarda l’acquisto di piante e vasi, che sarebbero stati trovati nei pressi del luogo in cui è stato scoperto il borsone contenente il corpo della vittima. Questi elementi non si integravano con la vegetazione locale e hanno insospettito gli investigatori, poiché le piante avevano ancora la zolla di terra attaccata, segno che erano state recentemente piantate. Inoltre, nelle vicinanze del ritrovamento del corpo, i Carabinieri hanno scoperto un anfratto contenente bidoni con tracce d’acqua e due vasi di plastica, suggerendo che le piante potrebbero essere state annaffiate per cercare di nascondere meglio il cadavere.

“Si tratta di atti ancora coperti da segreto istruttorio e circostanze che sono ancora oggetto di approfondimento che è iniziato con l’ultimo sopralluogo nella casa di San Sperate e nei pressi del Ponte Romano”, ha detto all’ANSA l’avvocato Carlo Demurtas che con Laura Pirarba difende Sollai. “A oggi non abbiamo alcuna nessuna comunicazione in merito dalla Procura. Sappiamo solo che proseguono gli accertamenti sui cellulari e su tutti gli elementi ritenuti utili alle indagini”.

Ma gli elementi a carico di Sollai secondo gli inquirenti sono chiari: subito dopo l’omicidio, il camionista che potrebbe essere sottoposto a giudizio immediato, si sarebbe impossessato del telefonino di Francesca per continuare a mandare messaggi a parenti e amici, rassicurandoli sulle sue buone condizioni e comunicando la decisione di allontanarsi da casa per qualche tempo. Si affievolisce invece l’idea che un complice abbia aiutato Igor, come ipotizzato dopo un primo sopralluogo dalla criminologa Bruzzone, consulente dei legali della famiglia di Francesca, uccisa sul divano di casa e trascinata fino al luogo del ritrovamento.

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