
Il mondo è alle prese con la sua più grande epidemia di sempre. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che attualmente circa 4 miliardi di persone siano a rischio di contrarre la dengue, cifra che potrebbe salire a 5 miliardi entro il 2050. Il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, ha descritto la rapida diffusione della malattia come “una tendenza allarmante”.
La maggior parte dei casi di dengue degli ultimi anni si è concentrata in America Latina, ma anche regioni dell’Africa e del sud-est asiatico stanno segnalando tassi elevati. Inoltre, la malattia sta emergendo anche in Europa, un segnale di come la malattia sta espandendo la sua portata geografica.
Attualmente non esiste una cura definitiva per la dengue. Sebbene esistano due vaccini disponibili, uno di essi, il Dengvaxia, è limitato nel suo uso, poiché è efficace solo per coloro che hanno già contratto la malattia in precedenza. Il secondo vaccino, Qdenga, sembra promettente e viene utilizzato in Brasile per gestire i focolai.
Per quanto riguarda l’Italia, il focolaio più consistente si trova a Fano, nelle Marche, con 136 casi di dengue di tipo 2, tutti sintomatici, di cui 134 notificati dalla Regione. In Toscana, sono stati segnalati due casi collegati a quelli marchigiani. Negli ultimi dieci giorni (11-22 ottobre) non ci sono stati nuovi sintomi legati a questo focolaio, evidenziando una significativa riduzione delle nuove infezioni nelle ultime settimane, mentre le indagini continuano per confermare e monitorare la situazione. Un secondo focolaio è stato registrato in Emilia-Romagna, con 35 casi confermati.
In Lombardia, è stato segnalato un focolaio con 12 casi confermati di dengue di tipo 1 (DENV-1), senza nuovi casi negli ultimi venti giorni. Inoltre, un focolaio in Abruzzo ha registrato otto casi confermati e nessun nuovo caso. Per entrambi i focolai sono in corso indagini epidemiologiche. È bene chiarire che al 22 ottobre tutti i focolai autoctoni sul territorio nazionale risultano controllati e non mostrano segni di attività recente.
Michael Ryan, direttore esecutivo del programma emergenze sanitarie dell’Oganizazione Mondiale della Sanità (OMS), a margine dei lavori del G7 Salute ad Ancona, ha spiegato: “Nelle Marche quest’anno abbiamo una emergenza legata all’insorgenza della Dengue come minaccia per la popolazione. Non è una diffusione massiva, ma con 130 casi quest’anno di trasmissione locale comparati con 82 dello scorso anno e zero dell’anno prima, il trend è preoccupante. Per le prossime settimane è probabile però che l’incidenza dei casi decresca per l’arrivo del freddo“.
“Questo dimostra che le zanzare, ovvero il vettore di trasmissione – spiega Ryan – stanno diventando più prevalenti e diffuse. La malattia si muove proprio con le zanzare e queste stanno cambiando, pungono anche di giorno e stanno aumentando in densità. È, quindi, l’aumento della densità delle zanzare che sta creando un problema e questo anche a causa dei cambiamenti climatici». Anche in Europa, ad esempio in Francia, «vediamo la stessa cosa. In prospettiva – ha aggiunto – la minaccia è maggiore vediamo il ritorno anche di infezioni come la febbre del Nilo, il colera e la malaria“.
Rispetto alla Dengue, ha sottolineato, “dobbiamo agire ora per impedire che il problema si ripresenti anche il prossimo anno, e quindi bisogna ridurre il numero e la densità delle zanzare vettori e aumentare la conoscenza dei sintomi anche tra medici e infermieri al fine di avere dei trattamenti precoci quando necessari”.
Nel frattempo, la situazione della dengue in Brasile è davvero preoccupante. Secondo i dati del ministero della Salute, il paese ha registrato 6,5 milioni di casi probabili di dengue dal 1 gennaio al 7 ottobre 2024, un incremento del 400% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito tassi superiori a 300 casi per 100.000 abitanti come indicativi di un’epidemia. Con un coefficiente così alto, è evidente che il Brasile sta affrontando una grave emergenza sanitaria. Il controllo delle zanzare e campagne di prevenzione sono cruciali per fermare la diffusione della malattia e ridurre il numero di casi e decessi.