Il recente sfogo di Beppe Grillo, riferito a Giuseppe Conte, segna un nuovo capitolo nella lunga e tormentata relazione tra i due protagonisti del Movimento 5 Stelle. Le tensioni, che covavano da anni, sono esplose con parole dure da parte di Grillo, il quale non ha nascosto la sua delusione per come è stata gestita la fine del rapporto, arrivata tramite anticipazioni del libro di Bruno Vespa, piuttosto che in una comunicazione diretta.
Grillo, nel suo eremo a Nervi, si aspettava che il dissenso di Conte potesse emergere, ma non certo con un gesto che ha interpretato come uno sgarbo, affidando la notizia della loro rottura a un giornalista istituzionale come Vespa. Questo, agli occhi di Grillo, conferma l’impressione che Conte abbia tradito l’essenza del Movimento, snaturandolo e distruggendo il progetto originario condiviso con Gianroberto Casaleggio.
La frattura tra i due è sempre stata evidente, nonostante i tentativi di collaborazione per mantenere una facciata di unità. Grillo, infatti, non ha mai nascosto le sue riserve nei confronti di Conte, fin dai tempi in cui Luigi Di Maio e Davide Casaleggio gli proposero l’avvocato pugliese come presidente del Consiglio. Da quel momento, Grillo ha continuato a considerare Conte inadatto a ricoprire ruoli di leadership all’interno del Movimento, ritenendolo privo di visione politica e di competenze gestionali adeguate.
Nonostante ciò, Grillo gli ha dato un’opportunità, sostenendolo nel momento critico della caduta del governo Conte II, offrendo a Conte una nuova casa politica nel Movimento 5 Stelle, anche se in fase di crisi. Oggi, però, Grillo si dice pentito di aver fatto quella scelta, lamentandosi con gli amici più stretti di non averlo “lasciato al banchetto” – un riferimento alla conferenza stampa in piazza Colonna, quando Conte rimase senza governo e senza un partito. Grillo sembra interpretare questa sua decisione come un errore strategico che oggi pesa sulle sorti del Movimento.
Il fondatore del M5S vive con una certa amarezza il suo distacco, sentendosi tradito da chi, a suo avviso, ha svuotato il Movimento della sua identità originaria. Non è solo una questione politica, ma anche personale: Grillo si sente escluso dai processi decisionali che riguardano la sua stessa creatura politica, lasciato da solo a gestire i propri problemi personali e familiari, mentre Conte avanzava sul piano politico. Ma proprio nel movimento sono molti a ricordare a Beppe che chi si è concentrato su altro è stato lui, che ha dovuto fare attenzione alla sua situazione personale ed è divenuto il grande assente dei grandi momenti.
Il conflitto tra Grillo e Conte appare ormai insanabile, alimentato da ego e visioni diverse sul futuro del M5S. Grillo promette di “fargliela pagare”, scottato dal modo in cui è stato trattato. Tuttavia, questo scontro sembra più una questione di orgoglio che un vero dibattito politico. Il Movimento, svuotato di contenuti e di struttura organizzativa, si trova ora davanti a un bivio: continuare con Conte, che ha preso in mano le redini, o seguire Grillo.