È morto al Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Verona, Wolfgang Abel condannato per 15 omicidi compiuti assieme a Marco Furlan sotto il nome di ”Ludwig”.
Un caso di cronaca nera con tanto di matrice neonazista che sconvolse il Trentino, il Veneto, la Lombardia a cavallo tra il 1977 e il 1984. I due serial killer il 26 febbraio 1983 avevano ucciso anche un sacerdote a Trento, don Armando Bison, che fu trovato con un punteruolo piantato nel cranio con attaccato un crocifisso. La coppia, con l’identità di “Ludwig”, agiva secondo ideali di pulizia morale, prendendo di mira principalmente persone considerate “indegne” secondo le loro convinzioni estreme.
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Il primo omicidio attribuito al gruppo neonazista “Ludwig” risale al 25 agosto 1977, quando Wolfgang Abel e Marco Furlan uccisero il senzatetto Guerrino Spinelli a Verona, lanciando quattro molotov nella Fiat 126 dove l’uomo dormiva. Da lì, gli omicidi seguirono un’escalation di brutalità. Tra le vittime, il cameriere omosessuale Luciano Stefanato, pugnalato con 30 coltellate a Padova il 19 dicembre 1978.
Nel tempo, Ludwig terrorizzò il nord Italia, con una serie di omicidi motivati da un’ideologia estremista e una visione moralista violenta. Il 25 novembre 1980, Abel e Furlan inviarono una lettera rivendicando le uccisioni: l’intestazione “Ludwig” appariva sovrapposta allo stemma della Germania nazista, un chiaro simbolo delle loro convinzioni neonaziste. La lettera giunse alla redazione di Il Gazzettino:
“L’organizzazione Ludwig si assume la responsabilità delle seguenti uccisioni:
Guerrino Spinelli, Verona, Agosto 77
Luciano Stefanato, Padova, dicembre 78
Claudio Costa, Venezia, Dicembre 79.
Come prova dell’autenticità di questa rivendicazione riportiamo alcuni particolari riguardanti gli attentati che non sono di dominio pubblico. Nel primo si è fatto uso di 4 bottiglie Molotov (non 2 come riportano i giornali) confezionate con fiaschi da 2 litri di cui 2 sono state lanciate dentro la macchina e 2 fuori. Nel secondo sono stati usati coltelli con manico di plastica e di colore rosso-arancione. Per quel che riguarda il terzo sono stati utilizzati due coltelli da cucina con il manico di plastica bianca che sono stati gettati sotto il ponticello vicino al quale è stata colpita la prima volta la vittima morta nello stesso vicolo dopo altre due colluttazioni.
GOTT MIT UNS“.
Gli omicidi continuarono, sempre terribili ed efferati. Il 20 dicembre 1980 a Vicenza con l’uccisione a colpi di ascia e di martello della prostituta cinquantaduenne Alice Maria Baretta. Il 14 maggio 1983 diedero fuoco al cinema a luci rosse “Eros” di Milano, uccidendo 6 persone e ferendone 32.
Furlan e Abel vennero catturati nel marzo 1984, quando furono sorpresi mentre cercavano di dare fuoco alla discoteca Melamara a Castiglione delle Stiviere. Scoperti dalla folla presente, rischiarono di essere linciati ma furono salvati e arrestati dalla polizia. La loro cattura pose fine a una serie di omicidi che, in totale, costarono la vita a 15 persone e causarono il trasferimento di altre 41. I due sono stati condannati per gli omicidi ed hanno scontato le loro pene tra carcere e domiciliari.