
Giuseppe Conte si trova a dover affrontare un momento difficile e una sconfitta pesante nella regione Liguria. Le elezioni regionali hanno evidenziato un calo significativo del sostegno al M5S, che ha visto i propri voti dimezzarsi rispetto alle elezioni europee, passando dal 10% a meno del 5%. Questa riduzione non è solo numerica, ma riflette anche tensioni interne e scelte politiche controverse.
Leggi anche: Beppe Grillo sullo scontro con Conte: “Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo
Una delle decisioni cruciali di Conte è stata quella di escludere Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi, dalla coalizione di centrosinistra in Liguria, puntando tutto su un’alleanza più “pura” e indipendente. Questa linea ha però portato alla rinuncia dei voti dei sostenitori di Italia Viva, che Conte riteneva trascurabili ma che, alla luce del risultato, si sono rivelati più influenti del previsto. L’esito elettorale, infatti, suggerisce che i voti “renziani” avrebbero potuto fare la differenza per il M5S e per il candidato di centrosinistra, Andrea Orlando.
Oltre alle scelte politiche, il clima interno al Movimento 5 Stelle ha contribuito a creare un ulteriore ostacolo per Conte. Beppe Grillo, fondatore del Movimento e figura storica del M5S, ha criticato pubblicamente la gestione di Conte, arrivando addirittura a chiedere una “estinzione” del Movimento, che considera ormai svuotato dei suoi ideali originari. Grillo ha espresso il proprio disappunto sia verso i candidati proposti sia verso le modalità decisionali del Movimento, accusandole di essere diventate simili a quelle della “vecchia politica”, allontanandosi dai principi di “democrazia dal basso” che erano alla base del M5S.
A complicare la situazione, un’altra figura di rilievo, Nicola Morra, ex senatore del M5S e sostenitore di Grillo, si è candidato come alternativa per gli elettori liguri. Morra ha ottenuto quasi l’1% dei voti, un risultato modesto, ma significativo poiché ha sottratto consensi al M5S, contribuendo a indebolirne ulteriormente la posizione. Inoltre, l’elevato tasso di astensionismo ha mostrato un ulteriore segnale di disaffezione verso il Movimento e il suo attuale orientamento politico.
Questo scenario sembra lasciare Conte in una posizione molto fragile, non solo in Liguria, ma anche a livello nazionale. I risultati elettorali potrebbero avere ripercussioni sul rapporto tra il M5S e il Partito Democratico, con il quale Conte ha cercato di costruire un’alleanza strategica, ma che ora lo guarda con crescente scetticismo. I renziani, dal canto loro, non hanno perso occasione per evidenziare l’apparente fallimento della scelta di Conte, alimentando così il clima di tensione e incertezza.
La situazione evidenzia come il M5S stia attraversando una crisi di identità e di leadership. Se in passato il Movimento è riuscito a distinguersi grazie alla sua capacità di proporre un’alternativa netta alla politica tradizionale, oggi sembra essere diviso tra chi vorrebbe preservare lo spirito rivoluzionario originario e chi, come Conte, sta cercando di riposizionare il Movimento in una prospettiva più istituzionale. Questo equilibrio precario rischia di avere un impatto significativo sul futuro del M5S e sulla sua rilevanza politica, mentre i suoi elettori si chiedono quale direzione prenderà il Movimento in questa fase di cambiamento.