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Via libera Ue ai nuovi dazi sulle auto elettriche made in Cina: Audi chiude la fabbrica di Bruxelles a febbraio

Pubblicato: 29/10/2024 20:55

La Commissione europea ha annunciato l’introduzione definitiva di dazi supplementari che possono arrivare fino al 35,3% sulle importazioni di veicoli elettrici provenienti dalla Cina, a seguito dei massicci sussidi concessi da Pechino. Questa informazione è contenuta nel regolamento che è stato pubblicato oggi dall’Unione Europea. La decisione verrà ufficialmente comunicata domani sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, e i nuovi dazi entreranno in vigore dal 31 ottobre. Tuttavia, Bruxelles si riserva la possibilità di negoziare un compromesso con la Cina nelle settimane a venire.
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Le tariffe fissate dalla Commissione si collocano al 17% per il costruttore Byd, al 18,8% per Geely e al 35,3% per Saic. Tesla, sottoposta a esame specifico, avrà un dazio del 7,8%. Le aziende che hanno partecipato all’indagine dell’UE affronteranno un dazio aggiuntivo del 20,7%, mentre quelle che non hanno collaborato saranno soggette alla sovrattassa massima del 35,3%. Sommando i dazi esistenti, attualmente fissati al 10%, le tariffe globali raggiungeranno il 45%. Nonostante l’adozione di queste misure commerciali, la controversia non è conclusa, poiché i dialoghi tra Bruxelles e Pechino continueranno per cercare una soluzione condivisa all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Questo è in parte dovuto alle richieste di mediazione di alcuni stati membri, come la Germania, che si oppone ai dazi, e la Spagna, che si era astenuta dal voto dei Ventisette all’inizio di ottobre. L’accordo contro il dumping, che l’Ue può formalmente richiedere anche a singole case automobilistiche cinesi, deve essere conforme alle normative del WTO che richiedono agli esportatori di aumentare i prezzi. Secondo un rappresentante dell’UE, un eventuale accordo potrebbe portare alla revoca dei dazi recentemente annunciati. Se dovesse esserci un’intesa positiva, la Commissione dovrà rivedere il regolamento attuale.

Audi ha annunciato la chiusura della fabbrica di Bruxelles a febbraio: sarebbe in trattativa con un investitore. Per motivare questa mossa drastica, i dirigenti hanno affermato che la fabbrica ha costi logistici molto elevati perché nelle vicinanze si trovano pochi fornitori. Secondo l’azienda, la posizione dello stabilimento tra una zona residenziale, la ferrovia e l’autostrada ne rende difficile l’espansione. La società ha rifiutato la possibilità di avviare la produzione di un nuovo modello di veicolo a Bruxelles.

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