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Santo Romano ucciso a 19 anni in piazza, la confessione del 17enne fermato: “L’ho ucciso io”

Pubblicato: 03/11/2024 13:32

Inizialmente aveva negato ogni coinvolgimento, dichiarando di non sapere nulla, ma nella tarda mattinata di oggi il 17enne di Barra, quartiere di Napoli, ha confessato agli inquirenti di essere l’autore del delitto di Santo Romano, il giovane di 19 anni ucciso da un colpo di pistola a San Sebastiano nella notte tra venerdì e sabato. La confessione è avvenuta davanti al pubblico ministero della Procura dei Minori. Al ragazzo vengono contestati reati di omicidio, detenzione e porto d’armi, spari in luogo pubblico e detenzione di sostanze stupefacenti, poiché nel veicolo sequestrato sono stati trovati sia l’arma del delitto che droga.
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La ricostruzione passo passo

Secondo quanto ricostruito dalle autorità, il giovane avrebbe sparato dall’interno dell’auto, colpendo mortalmente Santo Romano, intervenuto per placare una lite tra alcuni coetanei. Gli investigatori hanno anche rinvenuto all’interno della vettura 3,4 grammi di marijuana, suddivisi in dosi, e un bilancino di precisione, dettagli che fanno ipotizzare un legame del 17enne con lo spaccio di droga. Inoltre, uno dei colpi sparati ha ferito un altro amico della vittima al gomito, e la sua testimonianza è stata determinante per ricostruire la dinamica dei fatti.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza di San Sebastiano al Vesuvio hanno documentato i movimenti dell’auto, di targa polacca, che si allontanava velocemente in direzione di Napoli. Questi dettagli hanno aiutato a identificare il sospettato. Il 17enne era stato recentemente scarcerato dal centro di detenzione minorile di Nisida, da cui era uscito il 28 maggio scorso. La sua liberazione anticipata era stata decisa per una pena sospesa, ottenuta dopo una condanna a un anno e mezzo per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. Era stato arrestato lo scorso gennaio per questi reati, e aveva trascorso diversi mesi in carcere prima di ottenere la scarcerazione.

L’episodio ha riportato l’attenzione sulle problematiche legate alla criminalità minorile e alle condizioni dei giovani in alcune aree di Napoli, dove situazioni di disagio sociale si accompagnano spesso a contesti di violenza e illegalità.

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