La corsa alla Casa Bianca tra Kamala Harris e Donald Trump infiamma gli Stati Uniti. Con l’Election day di domani, 5 novembre, la tensione è alle stelle, e ovunque impazzano sondaggi e previsioni. Ma quest’anno, una novità ha catturato l’attenzione di esperti e curiosi: una startup fondata da tre giovanissimi. Nome in codice “Aaru,” questa innovativa azienda sta cercando di ribaltare il concetto di sondaggio politico tradizionale grazie all’intelligenza artificiale. Il loro scopo? Rivoluzionare il modo in cui si prevedono gli esiti elettorali, con un occhio puntato sulle prossime presidenziali.
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Cos’è Aaru e come funziona il loro sistema
La formula di Aaru è semplice, ma ambiziosa. Si basa su un sistema di “agenti” digitali che vagano nel mondo del web e scandagliano migliaia di informazioni pubbliche su elettori, stili di vita, preferenze mediatiche. Dati che ciascuno di noi lascia sul web – sui social, nei commenti, persino nei forum – vengono usati per generare profili dettagliati e simulati. Da lì, gli “agenti” di Aaru formulano previsioni su come potrebbero votare questi profili, basandosi non solo sulle intenzioni di voto, ma anche sul percorso logico che porta ogni elettore a scegliere un candidato.
Uno dei fondatori di Aaru, Ned Koh, spiega che il loro approccio è molto diverso dai sondaggi tradizionali: “Il nostro modello riproduce intere popolazioni, includendo dati demografici, psicografici, cognitivi, abitudini di consumo mediatico e altro ancora,” dice Koh. “Siamo in grado di ottenere risultati in pochi minuti, rendendo i sondaggi classici obsoleti.” Secondo Koh, i sondaggi tradizionali non riescono a tenere il passo. “Gli esseri umani mentono, sono lenti, costosi e possono far trapelare risultati,” spiega.
Chi vince secondo Aaru
Ma veniamo al dunque. Il modello di Aaru, aggiornato in tempo reale sul sito della startup, assegna oggi a Kamala Harris un leggero vantaggio su Donald Trump. Le probabilità: Secondo Aaru, Harris ha il 52,3% delle chance contro il 47,7% di Trump. Un margine stretto, che cambia di ora in ora in base ai dati sugli “swing states” – gli stati decisivi e spesso indecisi che determineranno il futuro presidente degli Stati Uniti.
Gli swing states e la chiave della vittoria
Secondo Aaru, Kamala Harris potrebbe ottenere un vantaggio decisivo in stati come Michigan, Wisconsin, Nevada e Pennsylvania. Ed è proprio la Pennsylvania che, a detta di molti, sarà il campo di battaglia finale. Anche i sondaggi tradizionali confermano un’analoga incertezza: secondo gli ultimi dati del New York Times e Siena College, Harris è avanti di pochissimo in stati come North Carolina e Georgia. Ma in Pennsylvania, lo stato “cruciale”, la partita è ancora apertissima.
La guerra in Medio Oriente: un fattore decisivo?
Ma l’incertezza non si ferma qui. I noti modelli probabilistici dell’Economist e di FiveThirtyEight assegnano ancora più possibilità di vittoria a Trump, sebbene i numeri siano in continua evoluzione. E c’è di più: gli analisti sostengono che la situazione geopolitica, in particolare la guerra in Medio Oriente, potrebbe influenzare non poco l’esito delle elezioni. Harris, che al momento è vicepresidente, potrebbe risentire di scelte di politica estera impopolari, un fattore che rischia di spostare il voto a favore di Trump.
La sorpresa dell’Iowa: Kamala Harris avanti in un feudo repubblicano
La notizia che ha fatto scalpore nelle ultime ore riguarda l’Iowa. Storicamente uno stato a maggioranza repubblicana, l’Iowa è stato per anni una “roccaforte” di Trump, dove ha sempre ottenuto ampi margini di vittoria. Eppure, un sondaggio condotto da Selzer & Co. rivela che Harris è in vantaggio di tre punti percentuali. Una sorpresa assoluta, che potrebbe segnare uno spartiacque importante nella campagna elettorale. Le donne, soprattutto quelle più anziane e indipendenti, stanno dando un sostegno crescente a Harris, con un vantaggio del 57% contro il 29% di Trump in questa fascia demografica.
Cosa aspettarsi domani
Il giorno delle elezioni è ormai alle porte, e con candidati così vicini nei sondaggi e nelle previsioni, il risultato finale potrebbe riservare più di una sorpresa. Se il modello di Aaru riuscirà davvero a prevedere l’esito delle elezioni, i tre ragazzi di New York potrebbero avere tra le mani una vera e propria rivoluzione. Nel frattempo, gli occhi del mondo restano puntati sugli Stati Uniti. Con l’intelligenza artificiale come nuovo alleato, questa elezione potrebbe rappresentare l’inizio di un’era totalmente diversa anche nel modo in cui interpretiamo i sondaggi.